Giovedì 25 Aprile 2024

Boeing 737 Max 8, anche gli Usa fermano gli aerei

Trump: "A terra anche i Max 9". Dalla Russia al Canada: lunghissima la lista dei paesi che hanno chiuso lo spazio aereo. Enac: "Non crediamo alle coincidenze". Le scatole nere analizzate in Francia

Un operaio vicino al Boeing 737 Max (Lapresse)

Un operaio vicino al Boeing 737 Max (Lapresse)

Washington, 13 marzo 2019 - Anche gli Stati Uniti fermano i Boeing 737 Max 8. Dopo l'iniziativa presa dal Canada, ultimo fra i paesi a introdurre lo stop, gli Usa erano rimasti isolati. Ma presto è arrivato l'annuncio di Donald Trump con un "ordine d'emergenza per tenere a terra tutti i 737 Max 8 e 737 Max 9", dall'effetto immediato. Il presidente ha dichiarato che la Federal Aviation Administration e Boeing "sono d'accordo con la decisione". Già ieri il tycoon aveva manifestato preoccupazione e in serata aveva contattato il ceo dell'azienda costruttrice di aeromobili. Intanto il titolo Boeing continua ad affondare in Borsa. E' una "società incredibile", rassicura Trump, che sta lavorando duramente per scoprire cosa è successo all'aereo precipitato domenica (il secondo di quel tipo in cinque mesi). L'azienda continua ad avere la "massima fiducia nei 737 Max. Ma, fa sapere, "ha raccomandato alla Faa, per abbondanza di precauzione e per tranquillizzare il pubblico, la temporanea sospensione dell'intera flotta di 371 velivoli". 

Ieri Italia e Europa si erano uniti agli stati che fin da subito avevano deciso di sospendere i voli. Oggi hanno chiuso lo spazio aereo Emirati Arabi, Nuova Zelanda, Fiji, Uzbekistan  (quest'ultimo ha messo un "bando temporaneo di un mese a partire dalle 5 del pomeriggio del 13 marzo"). E ancora Egitto, Turchia, Bulgaria, Kosovo, Hong Kong, Guinea equatoriale, India, Libano. In Russia, la linea aerea S7, con 130 rotte interne e internazionali e collegamenti fra le città russe e italiane, ha deciso di sospendere a partire da oggi l'uso dei suoi due Boeing 737 Max fino a che non sarà chiarito l'eventuale problema del software a cui si ipotizza siano legate le tragedie aeree di domenica in Etiopia e quella dello scorso ottobre in Indonesia.

ENAC: NON CREDIAMO A COINCIDENZE - Enac, l'agenzia italiana per la sicurezza aerea, motiva così la decisione, comunicata ieri, di chiudere lo spazio aereo: "Non crediamo alle coincidenze. Finché non abbiamo evidenza di tutte le informazioni necessarie sulla causa degli incidenti non riapriremo i cieli ai Boeing 737 Max 8", spiega il presidente Nicola Zaccheo a margine di un'audizione in Senato. 

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"Manderemo il conto alla Boeing"

RISARCIMENTO - Dal canto suo la compagnia aerea norvegese Norwegian Air Shuttle - che ha lasciato a terra i suoi 18 Boeing 737 MAX 8 - chiederà un risarcimento danni alla società americana. Il  portavoce, Lasse Sandaker-Nielsen, specifica: "Manderemo il conto totale" al vettore. 

LE SCATOLE NERE -  Dal fronte dell'inchiesta sull'incidente di domenica la novità emersa oggi è che l'Etiopia non dispone degli equipaggiamenti necessari ad analizzare il contenuto delle scatole nere dell'aereo precipitato. Di conseguenza, i dispositivi saranno trasferiti in Francia: lo conferma il Bea, (Bureau d'Enquetes et d'Analyses pour la sécurité de l'aviation civile), l'agenzia governativa francese preposta alle indagini in campo di incidenti aerei. 

I FAMILIARI DELLE VITTIME SUL POSTO - Intanto oggi i familiari delle vittime dell'aereo dell'Ethiopian Airlines, si sono recati  sul luogo dell'incidente. Asrat Begashaw, responsabile delle relazioni pubbliche della compagnia aerea, spiega che i funzionari delle ambasciate delle varie nazioni hanno accompagnato le famiglie nel triste viaggio verso la scena in cui sono ancora i resti delle vittime. "Ciò che abbiamo raccolto fino ad ora è conservato nei congelatori ma è in programma il trasferimento negli ospedali. Il lavoro sul Dna non è ancora iniziato", ha detto.