Aereo caduto, i Boeing 737 Max e quei dubbi segnalati a novembre

L'ipotesi di un malfunzionamento del software e le indagini sul caso di Giacarta

Il Boeing 737 Max8 schiantatosi in Etiopia: 157 morti (Ansa)

Il Boeing 737 Max8 schiantatosi in Etiopia: 157 morti (Ansa)

Roma, 11 marzo 2019 - L’incidente di ieri all'aereo dell'Ethiopian airlines - che è precipitato 6 minuti dopo il decollo causando 157 vittime - è il secondo che capita in pochi mesi al nuovo modello di Boeing 737, che ha già 350 esemplari consegnati. Il 29 ottobre era toccato a un velivolo della Lion Air indonesiana, il volo 610, precipitato in mare pochi minuti dopo il decollo, facendo 189 morti. Il rapporto provvisorio dell’ente di sicurezza del volo di Giacarta ha fatto emergere una circostanza che potrebbe aver giocato un ruolo anche in questo incidente: un malfunzionamento del software di controllo dell’aereo se i sensori che indicano l’angolo di salita, supponendo erroneamente che l’angolo sia eccessivo e l’aereo rischi lo stallo, innescano una correzione dello stabilizzatore, facendo puntare il muso dell’aeromobile verso il basso e causando così la caduta.

La circostanza del malfunzionamento fu ammessa da Boeing, che il 6 novembre 2018 inviò alle compagnie che utilizzavano quel modello una nota di aggiornamento al manuale di bordo. Il giorno dopo la Federal Aviation Administration americana pubblicò una direttiva d’emergenza nella quale si afferma che sul nuovo 737 "analisi fatte da Boeing mostrano che se un erroneo segnale di alto angolo d’attacco proveniente dal sensore giunge al sistema di controllo del volo, questo può innescare ripetuti abbassamenti del muso dell’aereo da parte dello stabilizzatore orizzontale". "Questa situazione, se non affrontata e corretta – avverte – può portare i piloti ad avere difficoltà a controllare l’aereo, a significative perdite di quota e anche a un impatto con il suolo".    È quello che successe all’aereo della Lion Air e che le indagini dell’autorità aeronautiche diranno se è avvenuto anche in Etiopia. Certo è che, aggiornato il manuale, i piloti che operano su quel velivolo vanno pienamente addestrati sul problema, come lo scorso 15 novembre ha chiesto la Air Line Pilots Association (che rappresenta 61.000 piloti) americana. Dopo il secondo incidente a un aereo di quel tipo, sarebbe il caso per le autorità aeronatiche di verificare se così è stato.

IL DECOLLO E LO SCHIANTO - Erano le 8.38 locali di ieri quando il Boeing 737 8 MAX, nuovo di zecca – è stato consegnato alla Ethiopian Airlines il 17 novembre del 2018 – è decollato dalla pista 07 dell’aeroporto di Bole, ad Addis Abeba, diretto a Nairobi. A bordo c’erano 157 persone: sei minuti più tardi erano tutti morti.  Poco dopo il decollo, il capitano Yared Getachew, 8mila ore di volo alle spalle, ha segnalato generici "problemi" e ha chiesto di rientrare allo scalo. Da terra, vista anche una velocità verticale instabile, gli hanno subito dato l’ok. Ma il captano e il suo vice, Ahmed Nur Mohammod, non ce l’hanno fatta e l’aereo si è schiantato vicino alla città di Bishoftu, 60 chilometri a sud est di Addis Abeba. "L’esplosione – hanno detto testimoni – è stata fortissima e le fiamme si sono propagate con una forza tale che non siamo riusciti ad avvicinarci".