Mercoledì 24 Aprile 2024

Da Hitler a Gheddafi: la strada del tirannicidio non ha mai portato la pace

Nella storia spesso si è cercato di risolvere conflitti e tensioni uccidendo il potente di turno. Forse solo la bomba contro il capo nazista avrebbe potuto chiudere la guerra, ma il colpo fallì

Uccidere Putin per risolvere la guerra? È un’antica illusione, quella di eliminare il capo nemico per vincere. Ma di rado la responsabilità, nel bene o nel male, è di un uomo solo. Ucciso Vladimir, l’ultimo Zar, che potrebbe succedere? Gli occidentali conoscono bene, ma non del tutto, Mosca e Pietroburgo, ma la Russia è un Paese immenso che si estende per undici fusi orari fino a Vladivostock, sul Pacifico. Potrebbe andare a pezzi e per anni potremmo essere confrontati con conflitti locali. Anche uccidere Zelensky non farebbe vincere Putin. Oggi ogni conflitto è globale, da Kiev a Taiwan, e riguarda noi tutti.

Pioggia di droni russi sull’Ucraina. Alcuni con la scritta “Per il Cremlino”

L'attacco al Cremlino
L'attacco al Cremlino

La principessa Sissi 

Uccidere Giulio Cesare o Napoleone non cambia il corso della storia, può ritardare il corso degli eventi, o accelerarlo. Gli anarchici uccidevano il sovrano, vedevano in lui un simbolo, non credevano di poter provocare una rivoluzione e cambiare lo Stato Sociale. Nel 1898 a Ginevra, l’italiano Luigi Lucheni pugnala a morte l´imperatrice Elisabetta d’Austria a Ginevra, la romantica Sissi dei romanzi e dei film, perché era la moglie di Francesco Giuseppe, ed era probabilmente un bersaglio indifeso.

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Umberto I

Il 29 luglio del 1900, l’anarchico Gaetano Bresci uccide il re d’Italia Umberto I. Ma la monarchia sopravvisse al regicidio.

Hitler

Probabilmente, solo in un caso nell’ultimo secolo, l’eliminazione del capo sarebbe stata decisiva. Hitler esercitava un fascino reale sui tedeschi, che combatterono e morirono per lui anche negli ultimi giorni del Reich, nell’aprile del ’45 nell’inutile difesa di Berlino. Eliminato il Führer, quasi certamente il III Reich sarebbe crollato. Ci furono diversi attentati, sempre falliti all’ultimo istante, come se Adolf fosse protetto dal fato.

Il più noto fu quello del venti luglio del ‘44, e gli attentatori erano ufficiali convinti che il Führer avrebbe condotto la patria alla distruzione fatale, una fine wagneriana.

Il conte Claus von Stauffenberg depose la borsa con la bomba quasi sotto le gambe di Hitler, ma lo spesso tavolo di quercia protesse il dittatore. I congiurati finirono sulla forca. Nel processo farsa non si difesero, pur sapendo che la loro sorte era segnata. Erano schiacciati dalla colpa di essersi comunque ribellati al capo. L’obbedienza al principe era un princpio assoluto secondo Lutero.

Gheddafi

Gheddafi sarebbe sfuggito a diversi attentati, dormiva sotto una tenda, e cambiava posto ogni sera. Ronald Reagan cercò di ucciderlo con l’Operation Eldorad, con un attacco aereo, il 15 aprile del 1986, per vendicare l’attentato alla discoteca La Belle a Berlino Ovest, compiuto 10 giorni prima da agenti libici (le vittime furono 3, i feriti 229). Diciotto aerei sganciarono su Tripoli 90 tonnellate di bombe, uccisero una trentina tra militari e civili, il Rais rimase illeso. Un aereo Usa fu abbattuto da un missile.

Fidel Castro

Gli Stati Uniti per riconquistare Cuba pensavano che bastasse eliminare Fidel Castro. La Cia avrebbe architettato 638 metodi diversi per uccidere il Lidèr Maximo, da una penna esplosiva, a una tuta da sub impregnata di veleno, o grazie a una sua amante che avrebbe sciolto del veleno in un bicchiere di Cuba Libre. L’attentato che forse avrebbe potuto aver successo, fu organizzato nel 2000 a Panama con una carica di 60 chili di esplosivo. Ma fu sventato dagli agenti segreti cubani. Fidel morì nel suo letto a 90 anni il 25 novembre del 2016, e Cuba resiste ancora.