Lunedì 29 Aprile 2024

Anna May Wong, chi è la coraggiosa protagonista del doodle di oggi

Icona di stile, star del cinema sino-americano degli anni '30. La sua figura è stata rivalutata solo di recente

Anna May Wong

Anna May Wong

Roma, 22 gennaio 2020 - Da stereotipo a icona, una donna coraggiosa rivalutata negli anni. Dopo tanti, forse troppi, anni. Anna May Wong è la protagonista del doodle di oggi. Google celebra l'attrice simbolo della comunità sino americana, star del cinema a stelle e strisce nella prima metà del '900. Nasce a Los Angeles il 3 gennaio 1905 da una famiglia di umili origini. I genitori gestiscono una lavanderia negli Stati Uniti dei primi del '900. Un periodo già difficile per una donna, figurarsi per una donna asiatica. "I cinesi sono meno civilizzati degli americani", è il luogo comune largamente diffuso in quegli anni. Nel 1882 è stato promulgato il 'Chinese Exclusion Act' che fissa una serie di paletti per le donne cinesi che vogliono entrare negli Usa.  Pochi anni prima una legge ha vietato alle donne orientali "con propositi di prostituzione" l'ingresso nel Paese. I lavoratori sino americani vengono discriminati nella razzista California. Devono subire violenze e umiliazioni, legali e non. La famiglia Wong non fa eccezione. Sono poche le ragazze nella Chinatown di Los Angeles, poche le donne in generale. Anna ha un sogno, fin da ragazzina: vuole fare l'attrice, diventare una star. I genitori, in un contesto simile, non lo accettano. Per un padre una figlia deve crescere obbediente, seguendo le tradizioni, rispettare le sue radici.  E il rischio di dare scandalo, buttandosi nella carriera cinematografica, non può essere tollerato. Ma lei  va avanti, insegue il suo sogno fino a rompere con la famiglia.

Anna May Wong attrice

Già a 16 anni ottiene i primi ruoli nel cinema muto. Entra nel cast di The Toll of the Sea (1922), uno dei primissimi film a colori. Ne Il ladro di Bagdad (1924) con Douglas Fairbanks, recita una parte importante. E viene consacrata come celebrità dentro e fuori i confini degli Stati Uniti. I suoi ruoli sono stereotipati, la loro evoluzione, col passare degli anni, riflette il sentire comune degli statunitensi nei confronti dei sino-americani. Verso la fine degli anni '20 le vengono affidate parti importanti che le portano anche diverse critiche. Soprattutto per il suo primo film parlato, the Flame of Love, che esce contemporaneamente in francese, inglese e tedesco. E dove lei recita destreggiandosi senza esitazioni in tutte e tre le lingue.

Nella prima metà degli anni '30 viaggia tra Usa ed Europa, interpretando diversi film, compreso Shanghai Express (1932) di Josef von Sternberg, dove figura accanto a un mostro sacro come Marlene Dietrich. Ma nonostante la fama e l'importanza dei suoi ruoli, la paga non si avvicina a quella delle sue colleghe 'non' sino-americane. La discriminazione razziale si riflette anche sui compensi. La delusione più grande nel 1935, quando la Metro-Goldwyn-Mayer non la prende nemmeno in considerazione per il ruolo da protagonista ne La buona terra, tratto dall'omonimo romanzo di Pearl S. Buck. La parte viene affidata all'attrice tedesca Luise Rainer, che vincerà l'Oscar per quell'interpretazione. La Wong parte allora per la Cina, un viaggio di un anno alla scoperta delle sue origini. Di ritorno, a fine anni '30, compare in numerosi B movie della Paramount Pictures. Ma questa volta i suoi ruoli sono meno stereotipati, i suoi personaggi hanno una caratterizzazione positiva, a confronto degli standard dell'epoca.

Anna May Wang (Carl Van Vechten - Wikipedia)
Anna May Wang (Carl Van Vechten - Wikipedia)

Durante la seconda Guerra Mondiale impegna cuore e soldi a sostegno della causa cinese contro il Giappone. Negli anni '50 Anna May Wong diventa la prima donna di orgine asiatica a essere star di un programma televisivo, la serie The Gallery of Madame Liu-Tsong. Muore giovanissima, a 56 anni, per un attacco cardiaco, nel 1961. Per anni, dopo la sua morte, la sua figura viene snobbata, circoscritta ai ruoli stereotipati di cui si è resa protagonista. Nei primi anni 2000 la critica la rivaluta, rivede il suo percorso per diventare star e icona di stile. Si è imposta in anni in cui anche solo portare una sino americana sul grande schermo era una conquista. E non solo per lei, ma per tutta la sua gente. Ogni apparizione è stata una piccola spallata a un altissimo muro di pregiudizi, fino ad aprire una piccola breccia che, senza che la maggior parte degli americani se ne accorgesse, ha contribuito a cambiare le cose.