Lunedì 29 Aprile 2024

Amazzonia, Bolsonaro offende Brigitte Macron su Facebook

Il presidente francese da Biarritz ha commentato: "Parole estremamente irrispettose". Il G7 offre aiuti, il no di Brasilia. Allerta roghi anche in Bolivia. L'astronauta Parmitano: "Fumo visibile dalla Iss"

Incendi in Amazzonia, un serpente (Lapresse)

Incendi in Amazzonia, un serpente (Lapresse)

Rio de Janeiro, 26 agosto 2019 - L'emergenza incendi in Amazzonia continua, e cresce anche la tensione tra Brasile e Francia, che ora registra un incidente diplomatico. La polemica era esplosa negli ultimi giorni per le pressioni di Emmanuel Macron su Brasilia perchè intervenisse più decisa contro gli incendi nella foresta pluviale, intromissioni poco gradite da Jair Bolsonaro. Dopo il botta e risposta dei giorni scorsi tra il presidente brasiliano e quello francese, Bolsonaro ha preso di mira la moglie di Macron, Brigitte, appoggiando su Facebook un post offensivo nei confronti della first lady francese. Una mossa senza precedenti che ha scatenato la risposta dello stesso Macron, che in conferenza stampa al G7, ha parlato delle "parole estremamente irrispettose" di Bolsonaro nei confronti di sua moglie, augurandosi: "E' triste per lui e per tutti i brasiliani. Le donne brasiliane si sono sicuramente vergognate di aver letto quello che ha scritto il loro presidente. Spero che molto rapidamente avranno un presidente che si comporti all'altezza".

BOLSONARO OFFENDE BRIGITTE MACRON - Brigitte Macron era stata presa di mira ieri da un utente di Fb, Rodrigo Andreaça, che aveva pubblicato un post dove metteva a confronto l'aspetto fisico della signora Macron, 66 anni, con quello della più giovane, 37 anni, Michelle Bolsonaro, moglie del presidente brasiliano di estrema destra. "Capite adesso perchè Macron perseguita Bolsonaro?" la didascalia del post. E qui si è intromesso il presidente brasiliano che tra i commenti ha replicato: "Non umiliarlo. hahaha (risate)".

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Inoltre ieri Macron era stato attaccato anche dal ministro dell'educazione brasiliano Abraham Weintraub, perchè "non è all'altezza" del dibattito sulla protezione della foretsa dell'Amazzonia. "E solo un cretino opportunista che cerca il sostegno della lobby agricola francese" criticando duramente l'opposizione di Parigi all'accordo commerciale Ue-Mercosur.

Il post a cui Bolsonaro ha risposto, offendendo Brigitte Macron
Il post a cui Bolsonaro ha risposto, offendendo Brigitte Macron

L'AMAZZONIA BRUCIA, ANCHE IN BOLIVIA - Gli incendi continuano a distruggere ettari di Amazzonia. Dopo molte polemiche il presidente Jair Bolsonaro ha schierato 44mila soldati per combattere i roghi, e inviato due C-130 Hercules per spegnere le fiamme dell'immensa foresta pluviale, che si trova per il 60% in Brasile. Ma oltre ai sei stati brasiliani interessati, gli incendi sono anche in Bolivia, dove si registrano quasi un milione di ettari di foresta bruciati, nonostante le operazioni dei vigili del fuoco locali e il sostegno di un Boeing Supertanker 747-400 noleggiato dal governo. E trema anche il Paraguay.

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G7: AIUTI - L'allarme è ormai internazionale e dai Paesi del G7 arriverà un aiuto d'emergenza di 20 milioni di dollari, che servirà ad inviare una flotta di aerei cisterna. La decisione è stata presa nel corso del vertice di Biarritz, lo hanno annunciato il presidente francese Emmanuel Macron. Inoltre è previsto anche un accordo su un ammontare di aiuti a medio termine, oltre all'emergenza, per la reforestazione dell'area. Questi ultimi aiuti saranno discussi all'assemblea generale dell'Onu di fine settembre. Macron ha anche reso noto che il presidente Usa, Donald Trump, ha parlato con il presidente Bolsonaro a proposito dell'Amazzonia. 

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NO DI BOLSONARO AL G7 - Bolsonaro però si è affrettato a rifiutare l'aiuto del G7 per l'Amazzonia. Il presidente di estrema destra del Paese sudamericano ha risposto negativamente su Twitter alla proposta del vertice di Biarritz di sbloccare 20 milioni di euro, e lo ha fatto attaccando sempre Macron.  "Non possiamo accettare che un presidente, (Emmanuel) Macron, stia lanciando attacchi irragionevoli e gratuiti sull'Amazzonia, o nascondendo le sue intenzioni dietro 'l'alleanza' del G7 per 'salvare' l'Amazzonia, come se fossimo colonia o un'altra terra di nessuno". La Francia è molto interessata ai destini della foresta pluviale che si estende anche nella  Guyana francese, regione e dipartimento d'oltremare di Parigi. Il presidente brasiliano, in un altro post, ha annunciato entusiasta invece l'offerta del governo di Israele, che ha promesso di inviare assistenza. Al contrario del suo presidente, il ministro brasiliano per l'Ambiente, Ricardo Salles, ha detto che l'offerta di assistenza fatta dal G7 per combattere gli incendi e la deforestazione in Amazzonia costituisce "una eccellente misura" che è "molto benvenuta" dal suo governo. 

IL FUMO VISIBILE DALLO SPAZIO - Dallo spazio si vede il fumo dei roghi in Amazzonia, lo conferma su Twitter Luca Parmitano, astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea e capo missione di Beyond sulla Stazione spaziale internazionale, Iss, che scrive: "Il fumo, visibile per migliaia di chilometri, di decine e decine di incendi dolosi nella foresta amazzonica". 

AMNESTY: COLPA DI BOLSONARO - Secondo Kumi Naidoo, segretario generale di Amnesty International, "la responsabilità di spegnere gli incendi che divampano ormai da settimane ricade sul presidente Bolsonaro e sulla sua amministrazione". "Nei mesi scorsi avevamo denunciato le invasioni illegali delle terre e gli attacchi incendiari prossimi ai territori delle popolazioni native, come nello stato di Rondônia dove sono in corso molti degli incendi". Ed  ha aggiunto: "Nelle zone che abbiamo visitato quest'anno, la deforestazione è raddoppiata rispetto al 2018 a causa delle attività di coloro che invadono illegalmente i territori, abbattendo alberi, appiccando incendi e attaccando le comunità native". Concludendo: "Nonostante tutto questo, il presidente Bolsonaro ha intenzionalmente cercato di indebolire la protezione della foresta pluviale e compromettere i diritti di un milione di nativi che vi vivono".

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DI CAPRIO: 5 MILIONI PER L'AMAZZONIA - Leonardo DiCaprio si batte per l'Amazzonia. Tramite la fondazione ambientalista Earth Alliance, che l'attore americano ha contribuito a fondare, ha creato un fondo di emergenza con 5 milioni di dollari per siuti alla foresta pluviale. Lo rende noto la stessa fondazione e un tweet dello stesso attore premio Oscar. I fondi sono destinati alle comunità indigene e ad altri partner locali che lavorano per proteggere la biodiversità dell'Amazzonia contro la diffusione dei roghi. 

Dopo DiCaprio anche Lvmh, il gruppo francese del lusso guidato da Bernard Arnault, ha annunciato che donerà 10 milioni di euro per sostenere la lotta agli incendi, riferisce lo stesso gruppo in un comunicato. La metà esatta di quanto promesso dai Pesi del G7.

CAPO INDIGENI DA MACRON - Il capo indigeno kayapo Raoni Metuktire, è giunto a sorpresa al G7 di Biarritz, ma non interverrà al vertice, ha spiegato Macron, che lo ha incontrato. Il capo indigeno dell'Amazzonia Raoni, paladino della lotta contro la deforestazione, ha visto il presidente francese in mattinata. "Con Macron abbiamo parlato di tante cose - ha detto Raoni nella sua lingua - e abbiamo avuto una buona discussione. Gli ho chiesto di aiutarci a proteggere le nostre terre. Le foreste e le terre del Brasile aiutano tutto il pianeta a vivere", ha concluso Raoni.

Amazzonia, il capo indigeno kayapo Raoni Metuktire è in Francia (Ansa)
Amazzonia, il capo indigeno kayapo Raoni Metuktire è in Francia (Ansa)

MACRON: ANCHE NOI RESPONSABILI DEFORESTAZIONE - Emmanuel Macron, in un'intervista durante il telegiornale di France 2, ha dichiarato che anche la Francia "ha una parte di complicità" nella deforestazione in Amazzonia, in quanto fra i principali importatori di soja. Macron ha detto che "sarebbe falso dire" che Bolsonaro ne è responsabile, ma gli si può rimproverare di aver sostenuto progetti economici nefasti per la foresta amazzonica". Ma anche la Francia e l'Europa "hanno una parte di complicità - ha aggiunto Macron - abbiamo bisogno di soia, ce ne serviamo per nutrire gli animali. È il frutto di un vecchio equilibrio stabilito negli anni Sessanta fra Europa e America. Personalmente ritengo sia una pessima scelta".