Roma, 8 marzo 2011 - Che fine hanno fatto le quaranta amazzoni, giovani, curate e ben truccate, del piccolo esercito guardia personale del leader libico Muammar Gheddafi? Da giorni hanno fatto perdere le tracce. Chi le dà per rinchiuse con Gheddafi nel suo bunker, chi le dà per ‘sospese' dallo stesso leader all’esplodere della crisi.

Nessuno invece avanza l’ipotesi che abbiano deciso di abbandonare il campo - come hanno fatto già in tanti nell’entourage del colonnello tra cui la sua famigerata infermiera personale ucraina - visto che sono state addestrate nel culto della sua personalità e della fedeltà fino alla morte.

Le ultime immagini relative al piccolo esercito in basco rosso o blu e tacchi alti sono apparse pochi giorni fa in un video diffuso su YouTube. Si tratta in realtà di un video satirico - uno dei tanti su Gheddafi ‘postati' negli ultimi giorni - in cui un suo discorso recente è ‘mixato' con musica tecno. Nel montaggio del filmato, le donne che lo circondano sono ballerine in lingerie, una parodia delle impeccabili soldatesse che in genere gli sono accanto.

Di immagini reali delle amazzoni non se ne vedono da mesi. Secondo al-Quds al-Arabi, quotidiano panarabo edito a Londra, il colonnello avrebbe deciso di sospendere le sue guardie del corpo nel momento in cui la situazione nel paese si h fatta critica. Le ultime apparizioni di Gheddafi sembrano confermare questa versione.

Sia nella caserma-bunker di Bab Alazizia, sia in Piazza Verde, sia nel ristorante di Tripoli in cui ha incontrato un gruppo di giornalisti occidentali, il leader libico è apparso accompagnato da una scorta di militari di sesso maschile. Differente la versione di altri media, soprattutto stranieri, e di alcuni blogger, secondo i quali le 40 amazzoni non avrebbero lasciato Gheddafi, ma sarebbero rinchiuse con lui nel suo bunker di Tripoli, pronte a immolarsi pur di salvargli la vita, nel caso in cui gli insorti dovessero arrivare a minacciare la sua incolumità.

Ci sono argomenti validi, seppur non definitivi, anche a favore di questa tesi. Le ‘Gheddafi-girls’, come le definiscono in questi giorni ironicamente gli iscritti a Twitter, sono state addestrate a difendere il loro leader a costo della vita. Una testimonianza di questa fedeltà assoluta risale al 1998, quando Gheddafi è scampato a un attentato da parte di un gruppo islamico. I colpi di arma da fuoco destinati al colonnello hanno trafitto il corpo di una delle amazzoni, che si è frapposta tra lui e gli assalitori, perdendo la vita. Altre sette ‘consorelle' sono rimaste gravemente ferite.

Le telecamere internazionali le hanno viste in azione in un secondo episodio, che risale al 2003. Nel corso di un vertice arabo, Gheddafi ebbe una lite furibonda con la delegazione saudita e le sue amazzoni gli formarono intorno un compatto scudo umano, pronte a passare alle armi o almeno alle mani.

Uso delle armi e arti marziali sono infatti i punti cardine della formazione che ricevono le guardie di Gheddafi. È stato negli anni Novanta che il colonnello ha deciso di affidarsi a un corpo al femminile, dopo essersi fatto proteggere per anni da guardie provenienti dalla Germania dell’Est. Si dice che il leader libico scelga personalmente, una ad una, le sue guardie e che, una volta selezionate, facciano voto di castità. Non solo abili combattenti come le amazzoni, quindi, ma anche devote vestali.

Tra le tante vignette satiriche e le storielle su Gheddafi che circolano sul web in questi giorni, una si interroga proprio sulla sorte delle sue guardie personali, facendo riferimento all’ipotesi che il colonnello o alcuni membri della sua famiglia trovino rifugio in un paese amico del Sud America. "Dalle amazzoni all’Amazzonia?", si chiedono gli internauti.