{{IMG_SX}}Londra, 26 maggio 2008  - L'ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter ha affermato che Israele possiede 150 teste nucleari. La dichiarazione è stata fatta ieri al 'Times' di Londra durante una visita al festival letterario di Hay-on-Wye nel Galles.


Sono in molti a ritenere che israele possieda un arsenale mìnucleare, alcuni esperti ritengono che abbia tra le 100 e le 200 testate atomiche, ma Israele non ha mai confermato. Dalle frasi riportate dal giornale non è chiaro se Carter abbia citato l'opinione di uno di questi esperti, o un rapporto dell'intelligence Usa o se fosse una sua affermazione. In ogni caso, non molto tempo fa, il Segretario della Difesa Usa , Robert Gates ha affermato al Senato che Israele è una potenza nucleare.
 

Sempre al festival letterario, in un'intervista al Guardian, Carter ha affermato che i governi europei dovrebbero giungere a un punto di rottura con gli Stati Uniti sull'embargo internazionale a Gaza, mettendo fine al loro atteggiamento di sottomissione. Il blocco imposto dal Quartetto (Usa, Ue, Onu e Russia) su Gaza, secondo Carter, è stato "uno dei più grandi crimini umani commessi sulla terra" avendo comportato "la prigionia per 1,6 milioni di persone, un milione dei quali rifugiati".
 

Un mese fa, durante la sua visita in Medio Oriente, il premio Nobel per la Pace aveva fatto infuriare Israele annunciando di voler incontrare a Damasco la guida suprema di Hamas, Khaled Mashaal.

 

SCHEDA 'OPZIONE SANSONE'

 

Le rivelazioni di Jimmy Carter sull'arsenale nucleare israeliano non arrivano inaspettate. Che lo Stato ebraico abbia la bomba atomica lo si afferma tra gli addetti ai lavori e negli ambienti diplomatici da anni e lo stesso Israele non ha mai smentito. Anzi, ha preferito puntare su quella che è stata definita "opacità atomica", colonna portante della "opzione Sansone" che vede l'utilizzo del'arma nucleare come ultima spiaggia nel caso di un attacco nemico in grado di mettere a rischio l'esistenza stessa di Israele.

Con le rivelazioni di Mordechai Vanunu, nel 1986, quella che era una supposizione trovò indizi seri in foto e dichiarazioni da parte dell'ex tecnico ebreo-marocchino che negli anni Settanta aveva lavorato alla base israeliana di Dimona. Vanunu diede un'intervista al "London Sunday Times" e accompagnò la descrizione dei preparativi militari nucleari nel sito con fotografie scattate nel 1977. Nel 1988 Vanunu fu condannato da Israele a diciotto anni di prigione. Secondo gli esperti, Israele ha tra le 100 e le 200 testate nucleari, una dotazione che lo colloca tra le prime sei potenze nucleari mondiali. Lo Stato ebraico non ha aderito al Trattato di non proliferazione. (Fonte: La minaccia nucleare Ed. Archivio Disarmo).