{{IMG_SX}}Madrid, 4 marzo 2008 - Un faccia a faccia ancora più duro del primo, incentrato su economia, terrorismo, immigrazione e autonomia delle regioni come Catalogna e Paesi Baschi: il secondo 'duello-Tv' fra Josè Luis Zapatero e il suo sfidante del Partido popular (Pp) Mariano Rajoy in vista delle elezioni di domenica prossima ha mostrato il premier spagnolo più convincente e più propositivo rispetto a una settimana fa, mentre il leader dell'opposizione è stato aggressivo ma nel complesso meno rassicurante.

 

I primi sondaggi diffusi dalle due principali televisioni private che hanno trasmesso il dibattito (la 'Cuatro' e la 'Sexta') hanno indicato una chiara vittoria di Zapatero, con cifre molto simili: rispettivamente il 51% e il 49% dei telespettatori crede che abbia vinto il premier contro il 29% che si pronuncia a favore di Rajoy. Il vantaggio del capo del governo in carica è così aumentato di quasi 10 punti rispetto al primo duello di lunedì 25 febbraio. Secondo un sondaggio dell'istituto Metroscopia per il quotidiano di centrosinistra 'El Pais', Zapatero avrebbe vinto invece per il 53% contro il 38%, e anche per quello della 'Sigma Dos' per il giornale di centrodestra 'El Mundo' prevale il premier, anche se di soli 9 punti (49% a 40%).

 

Fin dall'inizio del faccia a faccia, moderato dalla giornalista di 'Marca' Olga Viza, Zapatero ha premesso che avrebbe parlato di ciò che intende fare nel suo secondo mandato: e ha insistito sull'economia, ricordando che vuole creare 2 milioni di posti di lavoro (1.200.000 per le donne), raggiungere la piena occupazione, attuare un piano di formazione per i disoccupati, aumentare ancora il salario minimo e le prestazioni sociali. Il premier ha ribadito più volte che con il suo governo l'economia spagnola è cresciuta "fino a superare l'Italia in reddito pro-capite". Rajoy lo ha contestato leggendo un articolo del Financial Times in cui si prevedono anni di crisi economica per la Spagna, e ripetendo che le famiglie soffrono per fare la spesa a causa dell'inflazione, mentre i prezzi delle case sono aumentati del 43% e "le società straniere si sono comprate le nostre imprese energetiche": un chiaro riferimento all'acquisto di Endesa da parte di Enel.

 

Zapatero è riuscito a cogliere in fallo Rajoy, rinfacciandogli di non essersi mai preoccupato dei prezzi e dell'economia durante gli ultimi quattro anni, e di aver mentito in diretta Tv dicendo che la sua prima interpellanza parlamentare della legislatura era stata su questi temi: "La sua domanda ce l'ho qui, signor Rajoy: non era né sull'economia né sui prezzi, era sul coordinamento dei ministeri. Lei inganna i cittadini, si è interessato di prezzi in Parlamento per la prima volta il 19 dicembre scorso. Lei mente ai cittadini, questa è la prova: non le è mai importato un bel niente dei prezzi!" Ma i momenti più tesi si sono avuti durante la discussione sul terrorismo.

 

Zapatero, duramente attaccato dal Pp negli ultimi due anni per il suo negoziato con l'Eta durante la tregua proclamata dai terroristi baschi, bruscamente interrotto da un attentato all'aeroporto di Madrid in cui morirono due persone alla fine 2006, ha esordito con una solenne promessa: "Voglio assumere un impegno: qualunque sia il risultato delle elezioni i socialisti appoggeranno una lotta incondizionata al terrorismo. Assumo questo impegno solenne davanti agli spagnoli", ha detto il premier guardando dritto nella telecamera.

 

"Lei ruppe il patto antiterrorista fra Psoe e Pp", ha ribattuto Rajoy, "ha mentito agli spagnoli, dopo l'attentato all'aeroporto di Madrid disse che i negoziati erano finiti e invece li continuò: lei ha agito come un apprendista stregone!". "Quale legislatura preferisce, quella del Pp, con 238 vittime mortali per il terrorismo, o la mia, con quattro vittime mortali?", ha risposto il premier. E Rajoy: "Non credevo che avrebbe utilizzato anche i morti".

 

Il leader popolare ha poi cercato di mettere in difficoltà Zapatero sull'immigrazione, ricordando le proteste degli altri governi europei contro la regolarizzazione di massa fatta dal governo socialista nel 2005. E il premier ha ricordato che il Partido popular in otto anni di governo aveva regolarizzato "più di un milione di immigrati irregolari, senza bisogno di un contratto di lavoro e senza verificare gli antecedenti penali", mentre "noi abbiamo firmato accordi di rimpatrio con 10 paesi africani". Sulla politica estera, l'Iraq ha tenuto banco, e Rajoy ha accusato Zapatero di aver ritirato le truppe e di aver successivamente appoggiato una risoluzione Onu in cui si chiedeva l'invio di più soldati da parte della coalizione a guida Usa.

 

Il candidato popolare ha anche tirato in ballo la questione linguistica in Catalogna, accusando il premier di appoggiare "un sistema che permette di multare i commercianti" se l'insegna del loro negozio è solo in castigliano e non anche in catalano. E Zapatero ha ricordato che il regime linguistico della regione autonoma è stato deciso dopo la fine del franchismo con l'appoggio di tutte le forze politiche, non è mai cambiato da allora, e che anche l'esecutivo di Josè Maria Aznar (in cui Rajoy era ministro) a suo tempo governò con i nazionalisti catalani.

 

"Noi crediamo fermanente - ha aggiunto - che per rafforzare la Spagna non dobbiamo attaccare Andalusia, Catalogna e Paesi Baschi". Poco prima della fine, Rajoy è riuscito a riprendere l'iniziativa su alcuni temi di rilievo come istruzione, ricerca e innovazione.

 

Nel suo messaggio finale, Zapatero ha trasmesso ottimismo e determinazione: "Chiedo ai cittadini il loro appoggio per altri quattro anni, convinto che dobbiamo farla finita con tutte le discriminazioni e che la crescita economica deve portare alla piena occupazione. Voglio impegnarmi nella lotta al cambio climatico, nella difesa della pace e per una Spagna europeista, unita, e che rispetti le sue diversità. Affronteremo meglio il futuro se abbiamo fiducia e non paura". E ha concluso anche questa volta con l'ormai celebre citazione del film di George Clooney: "Buona notte, e buona fortuna".

 

Rajoy ha ribadito che se governerà vuole proporre "accordi importanti" all'opposizione, sull'Eta, la politica estera, la protezione sociale e il modello di Stato, e che vuole lottare contro l'aumento dei prezzi. Senza rinunciare neppure lui all'immagine con cui aveva concluso il primo dibattito televisivo: una bambina che nascerà nella Spagna del futuro, che "muove il mio sentimento e il mio cuore".