{{IMG_SX}}Roma, 15 settembre 2007 - Impianti nucleari. Se ne torna a parlare e si dimentica che l'Italia è già un paese nucleare. Sul suo territorio ci sono infatti novanta bombe atomiche americane. E questo anche se l'Italia ha sottoscritto i trattati internazionali di non proliferazione, anche se la legislazione italiana lo vieta espressamente con la legge 185 del 9 luglio 1990, e anche se c'è stata la dichiarazione italiana di non far parte del "club atomico" con tutti gli obblighi internazionali che ne derivano. Tutto questo è emerso dallo studio "Us nuclear weapons in Europa" dell'analista statunitense Hans Kristensen del Natural Resources Defence Council di Washington.


Secondo il rapporto nelle basi americane in Europa ci sono ben 481 bombe nucleari, dislocate in Germania, Gran Bretagna, Italia, Belgio, Olanda e Turchia. In Italia ve ne sono 50 nella base di Aviano e altre 40 in quella di Ghedi, in provincia di Brescia. Tra Italia e Stati Uniti esiste un accordo segreto per la difesa nucleare, rinnovato dopo il 2001. William Arkin, un esperto dell'associazione degli scienziati nucleari, ne ha rivelato recentemente il nome in codice: Stone Ax (Ascia di Pietra). Le bombe nucleari in Italia sono di tre modelli: B 61 -3, B 61 - 4 e B61 - 10. Il primo ha una potenza massima di 107 kiloton, dieci volte superiore all'atomica di Hiroshima; il secondo modello ha una potenza massima di 45 kiloton e il terzo di 80 kiloton.


Il governo di George Bush ha ribadito molte volte di non escludere l'opzione nucleare per rispondere ad attacchi con armi biologiche o chimiche ed ha avviato la produzione di bombe atomiche tattiche di potenza limitata, e non esclude di servirsene contro i paesi che considerano terroristi. Almeno due di questi paesi, Siria e Iran, si trovano nel raggio dei bombardieri in Italia.


Fonti dell'ambasciata statunitense non hanno voluto commentare rapporto, rimandando ogni dichiarazione al Pentagono. Anche se le stesse fonti hanno sottolineato che il ministero della Difesa americano non si è mai sbilanciato in passato sulla disponibiltà degli arsenali statunitensi all'estero. In Italia contro la presenza di bombe atomiche nelle basi americane sono scese in campo diverse associazioni pacifiste.


Nell'ambito della campagna "Un futuro senza atomiche", il 25 luglio scorso, 54 associazioni (tra cui Arci, Associazione Ong italiane, Acli, Altreconomia, Beati i costruttori di pace, Chiama l'Africa, Cipsi, Enti locali per la pace e i diritti umani, Nigrizia, Pax Christi, Tavola della pace e Un Ponte per) hanno depositato in Cassazione una proposta di legge in cui si chiede che l'Italia sia dichiarata "zona libera da armi nucleari". Il 30 settembre partirà da Ghedi la raccolta firme a favore della proposta di legge d'iniziativa popolare.