Lunedì 29 Aprile 2024

Camera e Senato, chi saranno i presidenti del nuovo governo? Il toto-nomi

Pera, Tremonti per Palazzo Madama. A Montecitorio sfida più complessa con tre donne in pole: Carfagna, Gelmini e Bonetti

Il Parlamento italiano

Il Parlamento italiano

Roma, 15 settembre 2022 - Chi saranno i prossimi presidenti delle Camere che verranno eletti dal nuovo Parlamento (dal 13 ottobre, data di convocazione delle Camere in prima seduta, tutti i giorni sono buoni)? Per ora, nel centrodestra, regna il buio assoluto. “E’ troppo presto", dice un big di FdI. “Non ci abbiamo ancora messo la testa”, spiega un leghista. “Non sappiamo neppure se avremo i numeri utili a governare”, geme un azzurro, “figurarsi se possiamo decidere già ora i nomi dei Presidenti”.

Senato

Insomma, per un po’ non se ne parla, anche se, per vari motivi, specie politici, i nomi girano. Per il Senato si fa quello del solito Marcello Pera (filosofo, cattolico, già presidente del Senato), che però è anche in predicato di fare il ministro alle Riforme istituzionali (la Meloni lo vuole là). Ma anche quello di Giulio Tremonti, specie se ritenesse un "affronto" la proposta, che pure certo gli arriverà, di un dicastero "minore" nel governo Meloni, dato che lui punta al bersaglio grosso (il Mef), cattedra che però difficilmente otterrà. Non foss’altro perché in Ue come Tremonti ha gestito la crisi monetaria e speculativa del 2008 se lo ricordano bene e non lo vogliono veder dipinto.

Sempre per il Senato, ma cambiando di partito, si fa il nome di Matteo Salvini. Se le elezioni dovessero andare molto male e il risultato elettorale della Lega fosse molto basso (10%), il Capitano finirebbe sotto processo e perderebbe, in poco tempo, leadership del partito e la speranza di andare al governo, all’obiettivo da lui "puntato": tornare a fare il ministro degli Interni. Ma data l’aperta ostilità del Colle (e pure della Meloni), si dubita che ci riesca. Potrebbe ripiegare sul Senato o ‘fare largo’ a un suo fidatissimo come Roberto Calderoli, indimenticato autore del Porcellum, che, a differenza sua, è un vero ‘mago’ di norme, codicilli, regolamenti. Insomma, il mestiere lo sa. Dentro Forza Italia, ribadito che Silvio Berlusconi non ha alcuna voglia di "annoiarsi", alla sua età, con norme, regolamenti e pratiche assai faticose, e complicate, oltre che noiose, ci fa un pensiero, ovviamente, la presidente uscente, Maria Elisabetta Alberti Casellati come Annamaria Bernini, che invece è capogruppo uscente di FI.

Camera

Invece, alla Camera, è davvero buio pesto. Come al Senato, e forse di più, il peso specifico e il numero degli eletti dei vari partiti-coalizioni la farà da padrone, nelle trattative per l’alta carica. Fabio Rampelli, oggi vicepresidente d’aula, ci tiene, e pure parecchio, ma anche Francesco Lollobrigida chiede un "avanzamento" mentre la Meloni vuole puntare sulla donna, presidente proprio come lei. Difficilmente Lega e FI, nello spoil sistem che arriverà, possono vantare su grossi calibri (i big), in più conteranno pochissimo, stando ai sondaggi, quindi è difficile ottengano lo scranno più alto della Camera dei Deputati, pur se già vi puntano.

Ergo, o FdI si terrà pure la presidenza dell’aula (con Rampelli o altri) o farà il beau geste – specie se si realizzerà una in senso presidenziale, stravolgendo l’intera Costituzione repubblicana, oppure la concederà "graziosamente" a un big di area centrista (magari una donna, tipo la Bonetti, Carfagna o Gelmini) per "accattarsi" i voti dei terzopolisti in vista delle riforme istituzionali. Stessa scelta che, volendo, la Meloni potrebbe fare al Senato, con un colpo d’ala e d’ingegno, dandone la presidenza a Renzi, Calenda, Bonino. Difficile, invece, se non impossibile, che il nome del presidente della Camera o del Senato sia del Pd che, le prossime elezioni, dovrebbe perderle.