Roma, 7 giugno 2024 – Lucio Malan, quale pensa che sarà il primo tema forte che dovrà affrontare la nuova Europa al di là delle questioni belliche?
"Parlerei di tre priorità, come ha detto la nostra leader, Giorgia Meloni – risponde il capo dei senatori di FdI –. Dire basta alle eco-follie, chiudendo con l’ecologismo ideologico e la sinistra europea di Timmermans che ha fatto disastri in tanti settori. Un furore ideologico che ha penalizzato le imprese a cominciare da quelle agricole. Poi c’è il tema dell’approvvigionamento energetico, che l’invasione russa dell’Ucraina ha posto in tutta la sua urgenza. L’Europa su questo ha mostrato un ritardo e una totale impreparazione spaventosa, cui si dovrà rimediare. Infine, ma certamente non ultimo, il tema della natalità e delle misure per combattere l’inverno demografico. In Italia il governo Meloni ha varato importanti misure in tal senso e ora vogliamo un’Europa che vada nella stessa direzione".
L’Italia dovrà affrontare una procedura d’infrazione e una mediazione sul patto di stabilità. Ci vorrà un commissario europeo forte. Chi vorrebbe vedere al posto di Gentiloni?
"Questo toto-nomine non ci appassiona. Piuttosto ragionerei sul fatto che più forte sarà il consenso a Fratelli d’Italia, alle forze che sostengono il governo Meloni, e più l’Italia potrà pesare nel consesso europeo. Ogni voto dato a Fratelli d’Italia servirà a rendere più deciso e significativo il cambiamento".
Vede criticità nel piano migranti del governo in Albania?
"Nessuna, lo dimostra la richiesta di ben 15 Paesi europei di adottare il modello Italia-Albania per gestire i flussi di migranti. Grazie a Giorgia Meloni, in un anno e mezzo in Europa c’è stato un cambio di paradigma, non parla più di redistribuzione dei migranti, che nessuno vuole, ma di difesa dei confini e immigrazione solo nel rispetto della legge. L’Italia non è più sola e ridotta a campo profughi, ma è un punto di riferimento, un modello in un’Europa che adesso ha capito che Lampedusa e le coste italiane sono frontiere da difendere".
Si teme un forte astensionismo: quale appello rivolge agli elettori?
"Votare per cambiare l’Europa, per scegliere tra due modelli d’Europa. Ogni voto non dato ci allontana dalla possibilità concreta di cambiare l’Europa e di renderla davvero vicina a quel modello confederale che i padri costituenti avevano previsto a difesa della pace e della libertà".