BRUNO MIRANTE
Economia

Il fenomeno WeWork, come è nato e perché è fallito il colosso del co-working

Nel 2019 era una della startup di maggior valore al mondo, poi lo scoppio della pandemia ha cambiato gli scenari

Roma, 9 novembre 2023 – Fino al 2019 WeWork era una delle startup di maggior valore al mondo. Ora, l'azienda statunitense che affitta spazi per il co-working a lavoratori autonomi e ad aziende, ha chiesto l’amministrazione controllata. Il fondo giapponese SoftBank di Masayoshi Son che possiede WeWork dal 2019, ha chiesto di poter far ricorso al Chapter 11, una legge fallimentare statunitense speculare all’amministrazione straordinaria italiana.

Bancarotta in Canada e Stati Uniti

La società ha affermato che la misura avrà un impatto sulle operazioni negli Stati Uniti e in Canada, mentre prevede "che quelle globali continueranno come al solito”. “Ora è il momento per noi di portare avanti il futuro affrontando in modo aggressivo i nostri contratti di locazione preesistenti e migliorando notevolmente il nostro bilancio», ha affermato in una nota l’amministratore delegato David Tolley. "Abbiamo definito una nuova categoria di lavoro e questi passi ci consentiranno di rimanere leader globali nel lavoro flessibile”.

Tracollo a Wall Strett

Lo scorso 2 novembre alcune indiscrezioni giornalistiche in merito al possibile fallimento della società avevano fatto crollare il titolo a Wall Strett. Già all’inizio di agosto WeWork aveva avvertito l’autorità di regolamentazione del mercato azionario statunitense (la Sec) che temeva per la sua sopravvivenza: “Esistono dubbi sostanziali sulla capacità dell’azienda di continuare ad operare”, aveva dichiarato la società.

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Le cause del fallimento

Perdite finanziarie, fabbisogno di liquidità e calo del numero degli inquilini. Sono queste le cause alle base del fallimento secondo l'azienda. WeWork è cresciuta molto rapidamente, ma al contempo ha dovuto affrontare ingenti perdite finanziarie: problemi di gestione e la pandemia di COVID-19, che ha aperto la strada allo smart working, hanno contribuito a diminuire la domanda per gli uffici, aggravando un processo in atto già negli anni precedenti.

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La pandemia e il crollo del co-working

L’azienda si è quindi trovata a dover pagare affitti molto alti per spazi per il co-working che rimanevano vuoti o comunque poco utilizzati. Anche altre aziende del settore sono cadute, recentemente, sotto i colpi della pandemia. Con l’arrivo del Covid, infatti, la voglia e la necessità di condividere gli spazi di lavoro è stata superata dalla necessità di isolarsi o comunque di lavorare da remoto. E oggi lo smart working è diventato consuetudine in molte aziende di ogni dimensione.

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