Mercoledì 24 Aprile 2024

Well@Work scopre il welfare aziendale del futuro

Domani l’evento finale del contest online

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Si svolgerà domani, 16 giugno, la tappa finale di Well@Work 2020, il primo contest online tra welfare provider, giunta alla terza edizione. L’iniziativa di HRC Community, dal tema ‘La costruzione del welfare aziendale del futuro’, avrà quest’anno una modalità diversa, compatibile con il distanziamento richiesto dall’emergenza Covid-19, ma sarà come sempre un’importante occasione di dibattito e confronto tra manager delle risorse umane e provider. L’edizione di quest’anno risponde a un forte bisogno delle organizzazioni di ripensare non solo modelli di welfare, che sebbene recenti, sembrano lontanissimi e che saranno ripensati alla luce di una nuova idea di sanità e di welfare pubblico con le inevitabili ripercussioni sulle politiche fiscali, ma anche di un nuovo modo di concepire il lavoro e l’ambiente di lavoro e di una scala dei valori rivista e riordinata.

Nulla sarà come prima dell’era Covid-19, tantomeno il welfare. Occorre ripartire interrogandosi su cosa ha significato finora il concetto di welfare. "L’emergenza Covid-19 – commenta Laura Bruno (nella foto), Hr Director di Sanofi Italia –ha messo al centro le persone, con un’accelerazione che solo le crisi sanno imprimere ai trend". Una tendenza che in alcune aziende, come Sanofi, era già in atto da anni. A esempio nell’uso dello smart working: "Una modalità organizzativa del lavoro su cui Sanofi era già molto avanti – aggiunge Laura Bruno – perché siamo state tra le prime aziende a prendere questa direzione piu’ di cinque anni fa e per noi due giorni alla settimana erano già una realtà da molto tempo. Anche per questo il 24 febbraio è stato più facile per noi estendere lo smart working per tutti; modalità che prosegue in gran parte anche oggi, dopo la fine del lockdown".

Sanofi racconta un’esperienza che esclude tagli al budget per il welfare aziendale, che talvolta si paventa: "Sarebbe un errore tagliare risorse per il benessere dei dipendenti – conclude Bruno –. Anche perché si possono fare molti bilanciamenti. Molte spese sono crollate e i saving potranno costituire un’ulteriore possibilità di avere risorse per i nostri collaboratori".

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