"E' molto probabile che, alla luce della decisione di giugno" da parte della Bce "le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano iniziare una progressiva discesa, anche se è difficile, al momento, indicare una traiettoria precisa". Lo indica la Fabi in un'analisi in cui ricorda che "le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute fino al 78% in più e ciò vuol dire che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 890 euro ovvero 390 euro in più. La Fabi evidenzia anche che "nel corso del 2023, i nuovi mutui a tasso variabile erano arrivati anche oltre il 6% dallo 0,6% di fine 2021, oggi la media è pari al 3,67%: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile è di 1.180 euro, ben 515 euro in più (+77,4%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta due anni fa ovvero 665 euro". Per quanto riguarda, invece, i nuovi mutui a tasso fisso "a partire da luglio 2022, sono passati da un interesse medio di circa l'1,8% anche fino a oltre il 6% con le rate mensili che, pertanto, sulla base delle offerte delle banche, erano anche più che raddoppiate", afferma ancora la Fabi nel sottolineare che "negli ultimi mesi, le banche hanno iniziato una progressiva riduzione dei tassi praticati alle famiglie con il tasso medio fisso che è sceso al 3,69% a marzo scorso. La riduzione è stata meno accentuata sui mutui a tasso variabile con la media stabile sopra il 4%"
Venerdì 8 Novembre 2024
Ultima oraFabi, da giugno progressiva discesa mutui a tasso variabile