Lunedì 29 Aprile 2024

Cingolani prepara il piano rigassificatori. Si comincia da tre

Il decreto Bollette punta ad estrarre almeno 2,2-2,5 miliardi di metri cubi in più all’anno con investimenti per 2 miliardi

Il ministro Cingolani

Il ministro Cingolani

L’alternativa più facile al gas russo è attivare nuovi canali di approvvigionamento via nave. Per ricevere il gas naturale liquefatto, però, servono degli impianti di rigassificazione, che riportano il gas liquido da -600 gradi a temperatura ambiente e lo immettono nella rete nazionale. Al momento, l’Italia ha solo tre rigassificatori. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, punta a cominciare da questi. "Ne abbiamo tre che vanno al 60% della loro capacità di esercizio e possono essere a breve portati a una efficienza superiore quindi produrre più gas. Dopodiché già per metà di quest’anno installeremo un primo rigassificatore galleggiante", ha annunciato. Il governo ha già dato mandato a Eni e Snam di sondare il mercato per trovare una nave metaniera da adibire a rigassificatore. L’impianto accennato dal ministro potrebbe essere simile al rigassificatore di Olt, ancorato al largo di Livorno: si tratta di una nave metaniera che può rigassificare 3,75 miliardi di metri cubi all’anno. La società che la controlla è partecipata al 49% da Snam e al 48,2% dal fondo australiano First Sentier Investors, mentre il 2,69% è della società di shipping Golar Lng, che ha fornito la nave.

L’altro rigassificatore affacciato sulle coste tirreniche è quello di Panigaglia in Liguria. Si tratta del primo impianto di questo tipo costruito in Italia, di proprietà di Snam, con una capacità di 3,5 miliardi di metri cubi all’anno. Il più grande rigassificatore italiano, con 8 miliardi di metri cubi di capacità annuale, è invece Adriatic Lng, un impianto offshore installato a circa 15 chilometri dalla costa veneta, al largo di Rovigo, controllato da ExxonMobil al 70,7% e Qatar Petroleum al 22%, insieme a Snam (7,3%). La capacità totale di questi tre rigassificatori è di circa il 20% del fabbisogno nazionale e al momento sono sfruttati al 60%. Aumentare le forniture è possibile, anche se dipende dalla disponibilità dei rifornimenti. "Metteremo a pieno regime i nostri rigassificatori, prendendo gas liquido da Stati Uniti, Canada e Nord Africa, con un apporto di circa 5 miliardi di metri cubi quest’anno", ha anticipato Cingolani. Altri due progetti, tornati in ballo negli ultimi giorni, sono quelli dei rigassificatori di Porto Empedocle, in Sicilia, e Gioia Tauro, in Calabria.

 

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