Lunedì 29 Aprile 2024

Scuole aperte d'estate, cosa prevede il piano del governo

Il decreto firmato dal ministro Valditara permetterà alle scuole primarie, secondarie statali e paritarie di realizzare attività formative e ricreative da giugno a settembre

Scuole aperte d'estate, il piano del Governo (foto generica)

Scuole aperte d'estate, il piano del Governo (foto generica)

Roma, 12 aprile 2024 – La firma sul decreto è arrivata ieri: il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha autorizzato l’uso di fondi – 400 milioni di euro – destinati a finanziare “attività di inclusione, socialità e potenziamento delle competenze” per il periodo di sospensione estiva delle lezioni

Cosa prevede il decreto e a chi è destinato

Il provvedimento, che interessa gli anni scolastici 2023/24 e 2024/25, è destinato alle scuole primarie e secondarie statali e paritarie. Le risorse (80 milioni di euro in più rispetto al progetto del precedente biennio) consentiranno di attivare percorsi che potranno interessare, in base alle proposte delle scuole, tra 800mila e 1,3 milioni di studenti; 1,714 milioni sono le ore aggiuntive previste di attività. Ma la platea dei destinatari e la durata dei percorsi potranno essere ulteriormente ampliate dalle scuole grazie ad accordi con enti locali, università, organizzazioni di volontariato e del terzo settore, associazioni sportive e le stesse famiglie, sull’esempio delle pratiche già messe in atto in base all’autonomia scolastica. A prevederlo la circolare alle scuole firmata sempre ieri dal ministro.

Le dichiarazioni di Valditara

"Lo avevamo promesso lo scorso anno e ora, anche grazie a un incremento sostanzioso dei fondi, siamo in grado di mettere in campo un ‘piano estate’ ampliato e rinnovato. Il nostro obiettivo – dichiara Valditara – è una scuola che sia punto di riferimento per gli studenti e per le famiglie anche d’estate, con sport, attività ricreative, laboratori o attività di potenziamento, ricorrendo a tutte le sinergie positive possibili, dagli enti locali alle associazioni del terzo settore. La scuola dev’essere sempre più un luogo aperto, parte integrante della comunità per tutto l’anno, in grado di realizzare attività di aggregazione e formazione soprattutto per i bambini e i ragazzi che, in estate, non possono contare su altre esperienze di arricchimento personale e di crescita, a causa delle esigenze lavorative dei genitori o di particolari situazioni familiari”.

I principali contenuti

I 400 milioni, disponibili nell’ambito del programma nazionale ‘Scuola e competenze 2021-2027’, permetteranno di sostenere progetti che prevedono attività ricreative, sportive, musicali, teatrali, a tema ambientale, di potenziamento disciplinare e volte a favorire l’aggregazione e la socialità. I docenti che decideranno di aderire ai progetti, su base volontaria, potranno essere remunerati "nei limiti delle risorse disponibili per i moduli didattici attivati”, ha fatto sapere il Ministero. La nota ministeriale, inviata contestualmente al decreto, precisa inoltre che, in virtù dell’autonomia scolastica, le scuole potranno ulteriormente arricchire l’offerta del ‘piano estate’, singolarmente o in rete tra loro, grazie ad accordi tra la scuola e gli enti del territorio, università, associazioni sportive, organizzazioni di volontariato e del terzo settore, nonché coinvolgendo le famiglie. In aggiunta ai 400 milioni stanziati, le scuole potranno, inoltre, utilizzare ulteriori fondi per i progetti estivi, attingendo ai 750 milioni Pnrr per il contrasto alla dispersione scolastica e ai 600 milioni Pnrr per azioni di potenziamento delle competenze cosiddette ‘stem’ (discipline scientifico-tecnologiche).

Qualche giorno fa la petizione online

Solo qualche giorno fa, l’organizzazione no profit We World, in collaborazione con il duo ‘Mammedimerda’, composto da Francesca Fiore e Sara Malnerich, aveva lanciato una petizione online per rimodulare le vacanze estive degli studenti delle scuole italiane, ferme da anni a ben 14 settimane. Come si legge nella petizione, l’Italia ha la pausa estiva più lunga in Europa, rispetto ad altri Paesi che prevedono un periodo di riposo inferiore, tra cui Malta (12 settimane), Croazia (10), Francia (8), Germania (6) e Regno Unito (6). Considerato che non tutti i bambini hanno la possibilità “di partecipare ad attività ricreative e di socializzazione nei tre lunghi mesi di pausa e che i centri estivi sono pieni e sempre più costosi” e che i genitori vanno incontro a “una maggiore difficoltà nel conciliare i tempi di vita e lavoro, attività che spesso grava esclusivamente sulle madri”, We World e Mammedimerda hanno proposto di: rimodulare il calendario scolastico a due mesi (luglio e agosto), inserendo pause distribuite in maniera più bilanciata durante l’anno scolastico; introdurre un ‘tempo extra-scuola’, dedicato al potenziamento dell’offerta formativa e all’organizzazione di attività extracurriculari; estendere, infine, l’obbligo di istruzione dai 6-16 anni ai 3-18 anni.

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