Roma, 6 dicembre 2023 – La proposta per un salario minimo a 9 euro lordi presentato dall'opposizione è stata di fatto affossata dalla Camera, che ha approvato invece la legge delega al governo, da esercitare entro sei mesi. In attesa che il testo passi al Senato, ecco cosa dicono gli esperti a proposito del salario minimo: cos'è, quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi, quanti sono i paesi europei che lo hanno adottato.
Cos'è il salario minimo
Il salario minimo è il livello più basso di retribuzione che un datore di lavoro è obbligato a pagare ai propri dipendenti per il lavoro svolto durante un determinato periodo di tempo. L'obiettivo principale del salario minimo è garantire che i lavoratori ricevano una compensazione equa per il loro lavoro e che abbiano accesso a un tenore di vita adeguato. Il salario minimo può variare notevolmente da un paese all'altro e, in alcuni casi, può essere differenziato a livello regionale o settoriale all'interno di un paese. Alcuni paesi aggiornano periodicamente il salario minimo per tener conto dell'inflazione e delle condizioni economiche.
Vantaggi e svantaggi della sua introduzione
L'adozione e l'applicazione del salario minimo sono spesso oggetto di dibattiti politici ed economici. I sostenitori del salario minimo ritengono che contribuisca a ridurre la disuguaglianza economica e ad aumentare il potere d'acquisto dei lavoratori a basso reddito. Tuttavia, ci sono anche critiche e preoccupazioni che un salario minimo troppo alto potrebbe portare ad una perdita di posti di lavoro o ad aumenti dei costi per le imprese. Il salario minimo, infatti, determinerebbe un aumento del costo del lavoro, così alcune imprese potrebbero abbandonare l'Italia, oppure potrebbe aumentare il lavoro nero o, ancora, in mancanza di un aumento della produttività, presumibilmente aumentando i consumi, le imprese sarebbero costrette ad aumentare i prezzi di beni e servizi.
Il salario minimo in Italia e nei Paesi Ue
La proposta di introdurre in Italia il salario minimo, diritto attualmente garantito dall’articolo 36 della Costituzione, secondo i dati Istat, dovrebbe determinare un aumento del 14,6% dello stipendio per 3,6 milioni di lavoratori, pari a circa un quinto del totale. II salario minimo a 9 euro lordi l’ora interesserebbe infatti il 18,2% del totale dei rapporti di lavoro, pari a circa 500mila apprendisti e 2,8 milioni di operai. In Unione europea sono 22 i Paesi dove è in vigore il salario minimo. Non lo è invece in Danimarca, Svezia, Finlandia, Austria e, appunto, Italia.
Secondo gli ultimi dati Eurofound, sei Paesi che hanno adottato il salario minimo hanno una tariffa oraria alta: quasi 14 euro in Lussemburgo, circa 12 euro in Germania e Belgio, e oltre gli 11 in Irlanda, Francia e Olanda. Più basso il salario minimo in Spagna e Slovenia, che si aggirano sui 7 euro, e ancora di più in Lituania, Portogallo, Cipro, Malta, Grecia, dove si attesta sui 5 euro l’ora. In Repubblica Ceca, Estonia, Croazia e Slovacchia siamo sui 4 euro l’ora, infine 3 euro l’ora in Ungheria e Bulgaria.