Roma, 14 settembre 2024 – Anche nella prossima legge di Bilancio, famiglia e natalità saranno una priorità assoluta – avvisa Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità –. E il fatto che già ora se ne parli tanto è la dimostrazione non solo della volontà di continuare a investire su questo fronte come abbiamo fatto fin dal primo giorno, ma anche della centralità che il governo Meloni ha restituito alla questione demografica, con i pensieri, le parole, le opere, e senza omissioni. Siamo già intervenuti su molti aspetti, ma è evidente che in Italia c’è da molto tempo una “ingiustizia fiscale“ che penalizza le famiglie con figli".
Un’”ingiustizia fiscale” sulla quale intendete intervenire in maniera significativa anche in questa manovra?
"Bisogna agire su questa ingiustizia: è una questione di equità ma anche di bene comune, perché la libertà di scelta è sacra ma chi sceglie di avere e crescere i figli fa qualcosa che va oltre un progetto di vita personale, qualcosa di positivo per l’intera società e per il nostro futuro".
Ci sarà l’aumento delle detrazioni per i nuclei più numerosi?
"Sul modo in cui intervenire i lavori sono in corso, come sempre accade per la legge di Bilancio si valutano tutte le proposte e le opzioni in campo, tra cui anche una riorganizzazione delle detrazioni fiscali. Le strade possibili sono diverse, e la finanziaria è un work in progress fino all’ultimo giorno, è un puzzle che si compone tenendo conto delle proiezioni, dei saldi, dei vincoli, delle istanze, e ovviamente della visione. Ma non ci è mai mancata l’audacia delle scelte, e lo dimostreremo ancora una volta".
Sono ipotizzabili cambiamenti anche per l’assegno unico?
"L’assegno unico è una misura importante che abbiamo aumentato di 4 miliardi e corretto su diverse criticità. Sicuramente è uno strumento che funziona, ma è incredibile che il dibattito mediatico e l’opposizione continuino a far finta di non sapere che c’è un problema molto serio in Europa, dove pende una procedura di infrazione che rischia di far saltare il banco. L’Europa chiede di cancellare il criterio della residenza (oggi richiesta per almeno due anni) e quello alternativo della durata del contratto di lavoro (oggi fissato a un minimo di sei mesi), e vorrebbe che l’assegno fosse riconosciuto agli stranieri anche quando i figli sono residenti all’estero. Con un effetto domino, per di più, attraverso meccanismi procedurali, il diritto all’assegno rischierebbe di estendersi in maniera incontrollata, ben oltre i cittadini comunitari, con conseguenze devastanti per i conti dello Stato".
Come state contrastando la procedura di infrazione?
"Il nostro governo si sta battendo da mesi, in assoluta solitudine, a difesa di questa misura, votata all’unanimità ma scritta dal governo Draghi. La sinistra, che di quel governo era azionista di maggioranza, ha preferito inseguire e alimentare le fantasie agostane su inesistenti attacchi del governo italiano all’assegno unico, mentre non ha ancora avuto il coraggio di schierarsi sul pericolo vero, la procedura di infrazione aperta dall’Europa. Anzi, invece di appoggiare la nostra battaglia, dal Pd c’è chi ha preferito esprimersi a favore delle contestazioni europee".
L’opposizione appare contraria o quantomeno scettica anche sul vostro piano per la famiglia e la natalità.
"La manovra ancora non c’è ed è già partita la gara al “benaltrismo“. La voragine di bilancio che la sinistra ci ha lasciato in eredità con la follia del Superbonus, che è costata agli italiani l’equivalente di dieci finanziarie, dovrebbe consigliare un po’ di pudore, e invece continuiamo a leggere dichiarazioni con la pretesa di ricette salvifiche da parte di forze politiche che hanno governato anni senza salvare niente e nessuno".
Che atteggiamento, invece, vi aspettereste da Schlein, Conte e Calenda?
"Le scelte che fin qui il nostro governo ha compiuto hanno prodotto esiti tangibili, che l’Istat certifica con cadenza praticamente quotidiana, e non solo sull’occupazione, in particolare quella femminile con risultati record, ma per esempio sull’inflazione. Con margini resi strettissimi dal debito interno e dalle crisi internazionali, ci siamo assunti la responsabilità delle scelte. Le questioni che abbiamo di fronte, come la famiglia e la natalità, riguardano tutti. Dall’atteggiamento che terrà nei confronti della manovra, ma anche della nomina di Raffaele Fitto in Europa, capiremo se la sinistra ha a cuore l’interesse del Paese o il proprio".