Roma, 13 settembre 2024 – Il Piano Giorgetti pro-famiglia, con una drastica sforbiciata delle tasse a favore di quelle numerose, ottiene la benedizione della Cei. E così, dopo le polemiche sull’autonomia, il premierato e lo ius scholae, il progetto del ministro dell’Economia per la natalità segna, al contrario, l’avvio del disgelo tra vescovi e governo.
Una benedizione, quella espressa direttamente dal cardinale Matteo Zuppi, che arriva nel giorno in cui a Palazzo Chigi va in scena un nuovo round preparatorio della manovra tra Giorgia Meloni, il responsabile di Via Venti Settembre, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi. Un summit dal quale arrivano due indicazioni di tendenza: utilizzare il cosiddetto quoziente familiare per le detrazioni, che spinge in alto gli sconti per i figli, e concentrare i bonus su nuclei numerosi e categorie fragili. Senza fare deficit.
Zero deficit
C’è il divieto assoluto di fare deficit: il costo della manovra deve assolutamente restare all’interno dei parametri europei. Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti hanno condiviso questo avvertimento nel vertice di maggioranza, il secondo in quattro giorni. E nella strategia per arrivare a una legge di bilancio da 23-25 miliardi di euro (la forchetta stimata ora) si punta su due direttive in particolare: l’applicazione di un quoziente familiare per le detrazioni, e la concentrazione delle risorse sui bonus per fragili e famiglie, depotenziando invece quelli dietro cui sono stati individuati meccanismi elusivi. Il ministro dell’Economia nel vertice di Palazzo Chigi ha illustrato le linee guida del Piano strutturale di bilancio che dovrebbe essere esaminato nel Consiglio dei ministri di martedì mattina e ritoccato dopo l’aggiornamento dei Istat sulle stime dei conti pubblici attesi per lunedì 23.
Sgravi per i figli
Circa 5-6 miliardi, secondo le intenzioni dell’esecutivo, sarebbero destinati alle misure per contrastare la denatalità. «Più è numerosa la famiglia, meno tasse si pagano», l’obiettivo di legislatura scandito più volte dalla premier, e il suo governo già nella manovra di un anno fa e nella delega fiscale ha declinato alcune misure con un quoziente familiare. In questa direzione va il piano di Giorgetti per cambiare le regole delle detrazioni fiscali. Risorse da Pil e contributo grandi imprese Si conta su una revisione al rialzo del Pil per accelerare l’operazione per reperire i 10 miliardi di euro necessari per confermare il valore delle prime due manovre del governo Meloni. E si torna a parlare anche di extraprofitti, secondo quanto si racconta in ambienti di governo: il tema già un anno fa ha creato fibrillazioni fra Meloni e Tajani quando furono tassati quelli delle banche, e ora ogni ragionamento pare sia limitato, eventualmente, all’ipotesi di un contributo solidale esteso a tutte le grandi imprese, anche quelle del settore energetico.
L’appoggio di Zuppi
«La direzione è quella da noi auspicata ed è giusta – avvisa il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi –. Incoraggia a non avere paura di avere a casa tanti figli. Se c’è un’attenzione al riguardo è chiaro che va nella direzione che noi auspichiamo». Non basta. «Se il ministro Giorgetti va avanti» con queste misure «benissimo, è una sicurezza in più» per le famiglie e per combattere la denatalità.
Delrio (Pd) apre
Per il M5s è «solo propaganda anacronistica». «La denatalità si combatte investendo sull’occupazione femminile e sui servizi», contesta la dem Valeria Valente. Ma il suo collega di partito, l’ex ministro Graziano Delrio, apre: «Pronti a collaborare sul piano per la famiglia. Non ci può dividere su questo».