Giovedì 25 Aprile 2024

Prosciutto Toscano Dop, un marchio da tutelare

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L’irresistibile fascino del cremisi. Sfumature di un capolavoro chiamato Prosciutto Toscano Dop. Un’opera d’arte da tutelare proprio a partire dalla produzione. Le stesse aziende, hanno adottato un rigido disciplinare, che prevede l’obbligo della tracciabilità dall’allevamento al consumo, proprio per distinguere la preziosa coscia di suino che si è guadagnata nel 1996 il riconoscimento di Denominazione di origine protetta. Il Prosciutto Toscano Dop viene venduto per il 90% in Italia e per il restante all’estero tra Germania, Inghilterra, Francia, Belgio, Danimarca, Lussemburgo e Norvegia. Ma vola anche oltreoceano, in Stati Uniti, Giappone e Canada. Diventa difficile difendersi dalla pirateria delle carni, proprio nel momento in cui i dazi stanno mettendo in difficoltà tante delle nostre eccellenze. Proprio per questo il Consorzio del Prosciutto Toscano ha registrato il marchio in questi paesi in modo che nessuno possa usarne il nome impropriamente.

Ma come si difende un prodotto del genere? I Consorzi di tutela rappresentano a questo proposito un autocontrollo, un passo importante per diffondere la conoscenza della propria produzione, ma anche per creare appunto il disciplinare. Nel caso del Prosciutto Toscano DOP il controllo avviene in tutte le fasi di lavorazione fino alla stagionatura, apponendo alla fine un contrassegno a fuoco che a garanzia di un facile riconoscimento del prodotto e di possibili comportamenti incorretti o fraudolenti.

«È un compito importantissimo – sottolinea il presidente del Consorzio Fabio Viani (nella foto) – che abbiamo preso molto seriamente e che ci ha permesso di verificare negli anni precedenti diversi utilizzi fraudolenti della denominazione».

Tra gennaio e dicembre 2018 sono stati eseguiti circa 1.600 controlli su tutto il territorio italiano grazie alla collaborazione con l’ISIT (Istituto salumi italiani tutelati), anche con la collaborazione, nell’attività di vigilanza, del Nucleo Agroalimentare della Forestale. Attività che ha interessato più di 1.500 punti vendita coinvolgendo tutti i canali distributivi. I paesi esteri oggetto dei controlli invece sono stati Svizzera, Austria, Germania, Inghilterra e Francia per un totale di 296 punti vendita. Si aggiunge la vigilanza sul web che ha interessato oltre 200 pagine web.

g. t.

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