ANTONIO TROISE
Economia

Calano i prezzi ma non i mutui, a ottobre inflazione in ribasso

Energia e carrello della spesa costano meno. Allarme dell’Abi: “Con tassi ancora in aumento, giù i prestiti”

Roma, 16 novembre 2023 – Una buona notizia e una cattiva per le famiglie. Da una parte l’Istat che ritocca al ribasso l’indice dei prezzi al consumo, portandolo all’1,7%, con un calo dello 0,1% rispetto alla stima preliminare. Dall’altra, l’Abi che registra una crescita dei tassi di interesse sui mutui fino al 4,73%, effetto della stretta sul credito portata avanti negli ultimi mesi dalla Bce proprio per combattere la rincorsa dei prezzi al consumo.

I tassi sui nuovi mutui salgono ancora
I tassi sui nuovi mutui salgono ancora

La novità, sul fronte del carovita, è che ad ottobre sono calati ulteriormente anche i listini che più pesano sul portafoglio delle famiglie. Anzi, secondo l’istituto di statistica, il ridimensionamento dell’inflazione si deve proprio alla dinamica dei beni alimentari, il cui tasso tendenziale scende al +6,3%, esercitando un freno alla crescita su base annua dei prezzi del "carrello della spesa" (+6,1%). A dare un contributo al rallentamento dei prezzi, anche la frenata su base tendenziale dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati sia regolamentati. . L’inflazione acquisita per il 2023 si attesta al 5,7% per l’indice generale e al 5,1% per la componente di fondo, quella che non considera gli energetici e gli alimentari freschi. I prezzi di acqua, elettricità e combustibili registrano un aumento dello 0,5% su settembre ma un calo su ottobre 2022 del 17,5% confrontandosi con un mese che aveva subito una vera e propria fiammata inflazionistica (+24,1% su settembre 2022).

A livello territoriale l’inflazione è più alta della media nel Nord Ovest (2%), nel Centro (al 2%) e al Sud (1,8%) mentre è inferiore alla media nel Nord Est (1,5%) e nelle Isole (1,1%). Le città con l’inflazione più alta sono Venezia e Napoli (2,6% tendenziale) mentre quella con l’inflazione più bassa è Reggio Emilia (0,3%). A Milano è al 2,5% e a Roma all’1,7%.

Dall’Abi invece arriva un nuovo segnale di incremento dei tassi sui mutui. Secondo il rapporto mensile dell’associazione a ottobre sono saliti al 4,37%, contro il 4,21% di settembre. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 5,45%, a settembre era il 5,35% mentre il tasso medio sul totale dei prestiti è stato del 4,70%, a settembre era 4,61%. La conseguenza è che le famiglie hanno ormai rallentato la richiesta di nuovi mutui.

E continuano a frenare anche le richieste di prestiti da parte delle imprese, che preferiscono rinviare gli investimenti e accumulare risorse sui depositi dove possono attingere la liquidità. Nel suo rapporto mensile l’Associazione bancaria italiana sottolinea come la "crescita economica" rallenti e "deprime la domanda di prestiti" che restano comunque superiori ai livelli "pre covid". Un concetto ribadito anche dal presidente Antonio Patuelli al termine della riunione del comitato esecutivo dell’associazione: "c’è un calo delle richieste dei prestiti che la Bce e la Banca d’Italia" hanno segnalato per via della frenata dell’economia e della politica monetaria.

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