
La sede Agcom (Imagoeconomia)
Roma, 29 novembre 2022 - Hanno già scatenato l'ira degli operatori telefonici le nuove regole antifrode approvate – dopo oltre un anno di gestazione - dall’Agcom, l'Autorità garante delle comunicazioni. Le nuove regole impongono una stretta, infatti, al cambio di operatore mobile senza perdere il numero telefonico (quella che in gergo viene definita portabilità), rendendolo sicuramente meno immediato di com’è stato finora. Ma perché si chiamano regole ‘antifrode’? Perché sono state messe a punto per contrastare furti d’identità, frodi informatiche e, più in generale, l’uso criminoso delle utenze telefoniche. Entrata in vigore lo scorso 14 novembre, la nuova normativa si applica sia alla sostituzione di una sim card con il medesimo operatore, sia al cambio di compagnia telefonica, col mantenimento del proprio numero.
Le ragioni della stretta
Le frodi creditizie valgono circa 125 milioni di euro all'anno, ai danni dei consumatori (fonte: Osservatorio Crif sulle frodi creditizie). Nel 2021 la cifra è rimasta pressoché stabile, ma è cresciuta in misura esponenziale nell’anno pandemico. Le frodi creditizie si basano spesso sul furto d'identità. Il truffatore può effettuare dei bonifici a proprio favore dal conto della vittima, oppure dirottare verso il proprio conto un bonifico in arrivo (ad esempio, l’accredito della pensione o dello stipendio). Per riuscirci, ha bisogno di rubare non solo le credenziali di accesso alla banca, ma anche la ‘one time password’ (il codice usa e getta generato dall’app della banca e inviato, di solito via sms, al titolare del conto – e dello smartphone). Se è possibile riceverla via sms, basta acquisire il controllo del numero della vittima e il gioco è fatto. I truffatori ci riescono ottenendo dall'operatore telefonico un cambio sim: trasferiscono il numero della vittima su una sim in loro possesso, presentando documenti falsi oppure con la complicità del negoziante a cui si rivolgono. Pertanto, le nuove regole serviranno, secondo l’Agcom, a ridurre il rischio di truffe e chiarire in modo più ferreo le responsabilità. Le novità nel dettaglio.
Non è più possibile delegare
Vogliamo cambiare la nostra sim - magari usurata o non aggiornata - e sostituirla con un'altra? Se siamo intestatari della scheda potremo farlo soltanto di persona. Non si può più delegare: dal 14 novembre in poi, soltanto il titolare potrà effettuare il cambio, sia in caso di sostituzione sim per furto, smarrimento o deterioramento, sia in caso di passaggio alle cosiddette ‘eSim’, le schede virtuali. Le aziende, invece, potranno continuare a delegare: la delega è ancora ammessa, infatti, per le schede aziendali.
Portabilità impossibile senza la vecchia sim card
Se non siamo più in possesso della vecchia sim - perché ci è stata rubata, o l'abbiamo smarrita o, pur avendola con noi, risulta non funzionante - dobbiamo rivolgerci al nostro attuale operatore e chiederne un'altra nuova. Solo così potremo garantirci la portabilità del numero e avviare, poi, il passaggio del numero a un nuovo operatore. La richiesta di portabilità non sarà più autorizzata in mancanza di una sim funzionante e intestata al richiedente. Questo meccanismo, pur allungando i tempi e, potenzialmente, comportando un costo aggiuntivo (dovuto all’eventuale attivazione di una nuova sim) dovrebbe proteggere l’utente dal rischio di sottrazione della propria identità.
Chi richiede una nuova sim card dovrà identificarsi con un documento
Le nuove regole rafforzano il meccanismo di identificazione del titolare della sim. Ora la compagnia telefonica è tenuta, infatti, a identificare il soggetto che chiede di sostituire la scheda. Non è sufficiente dichiarare di esserne l’intestatario: occorrerà presentare la copia di un documento, del codice fiscale o tessera sanitaria e, appunto, la vecchia sim (in caso di smarrimento o furto, il negozio chiederà copia della relativa denuncia alle autorità).
La verifica tramite sms e il blocco antifrode
A questo punto, sarà l’operatore telefonico a effettuare una verifica per accertarsi dello stato di attività della sim: al momento della presentazione della richiesta, l’operatore invierà un sms per accertarsi che la vecchia scheda sia funzionante. Il titolare della sim dovrà, a questo punto, autorizzare la procedura di cambio sim (con eventuale portabilità), seguendo le indicazioni fornite. Il doppio check tramite sms è un passaggio obbligato: si potrà procedere senza controllo solo qualora la sim sia stata smarrita o rubata, oppure sia guasta (con presentazione della scheda non funzionante). È proprio questo meccanismo che permette, secondo l’Agcom, di bloccare immediatamente il cambio operatore se si tratta di phishing o truffa. Il titolare della scheda, se all’oscuro di tutto, può interrompere l’operazione al ricevimento della notifica via sms.
Obbligo di aggiornamento per ogni step della procedura
Nel corso dell’operazione di portabilità, infine, la compagnia telefonica dovrà rispettare precisi adempimenti di aggiornamento dell’utente, informandolo puntualmente di ciascun passaggio effettuato (accettazione della richiesta, trasferimento del numero, trasferimento del credito). Le regole introdotte per le sim degli smartphone si applicano anche alle sim inserite nei cosiddetti Iot, oggetti e dispositivi connessi a internet, come automobili, elettrodomestici o smartwatch.