Mercoledì 24 Aprile 2024

Colf e badanti, le nuove regole e una mini guida per evitare sanzioni

Da agosto 2022 è in vigore il decreto trasparenza che prevede norme ancora più stringenti per il settore. Le multe per chi sgarra possono diventare molto pesanti

Nuove regole per colf e badanti (foto d'archivio)

Nuove regole per colf e badanti (foto d'archivio)

Saranno anche i nuovi “angeli del focolare”, le figure ormai insostituibili per tirare avanti una famiglia. Ma per colf, badanti e baby-sitter i problemi possono sorgere nel caso di vertenze o se il datore di lavoro non rispetta il contratto. Norme che sono diventate ancora più stringenti dal primo agosto scorso, quando è entrato in vigore il nuovo decreto trasparenza che contiene molte novità proprio per questo settore. L’obiettivo, ovviamente condivisibile, è innalzare il livello di tutela dei lavoratori domestici. Ma, le nuove regole, impongono un surplus di attenzione da parte delle famiglie che, di fatto, sono equiparate a veri e propri datori di lavoro, con diritti ma anche obblighi e sanzioni. Le multe possono variare da 250 a 1500 euro per ogni lavoratore. E ancora più pesanti se si evadono i contributi Inps o se il lavoratore è in "nero". Ecco le novità più importanti.

Quando scattano le nuove regole

Si applicano a gran parte dell’attuale platea di colf, badanti e baby sitter e, in particolare, anche a chi usa il cosiddetto “libretto di famiglia” che ha sostituito i vecchia voucher. Sono esclusi solo i rapporti di lavoro che prevedono una media di tre ore a settimana, calcolata in un arco di quattro settimane consecutive.

Il contratto di assunzione

Occhio alle inesattezze. Nella lettera di assunzione di colf, badanti e baby sitter occorre indicare, con precisione, l’importo della retribuzione, le modalità di pagamento, la durata delle ferie, i congedi spettanti e come viene organizzato l’orario di lavoro previsto dal contratto della categoria. Rispetto alla precedente normativa il nuovo decreto trasparenza impone, inoltre, più dettagli: ad esempio, non basterà più indicare il periodo concordato per le ferie annuali, ma dovrà esserne specificata la durata (26 giorni lavorativi per ogni anno di servizio).

Lo stipendio

Per lo stipendio, non basterà più indicare il valore pattuito, ma dovranno esserne specificati gli elementi costitutivi: minimo tabellare, superminimo, eventuali indennità. Inoltre, vanno indicate le modalità di versamento (bonifico o contanti) e il periodo di pagamento.

L’orario di lavoro

Se l’orario di lavoro è prevedibile, la famiglia datore comunica al lavoratore la programmazione, le eventuali condizioni dello straordinario e quelle per i cambi turno. Se è imprevedibile, datore deve comunicare, oltre alla variabilità della programmazione del lavoro, l’ammontare minimo delle ore retribuite garantite, le ore e i giorni nei quali il lavoratore è tenuto a svolgere le prestazioni e il periodo minimo di preavviso al quale ha diritto prima di iniziare a lavorare.

Le informazioni

L’informativa può essere chiesta al datore di lavoro anche per chi era in servizio presso una famiglia prima dell’agosto del 2022. Il datore di lavoro deve rispondere entro 60 giorni. Il documento deve contenere obbligatoriamente una serie di dati: identità delle parti, luogo di lavoro, inquadramento, livello e qualifica del lavoratore, tipologia di rapporto, durata del periodo di prova, durata delle ferie e di altri congedi retribuiti, importo iniziale della retribuzione e modalità di pagamento, programmazione dell’orario di lavoro, procedura e termini di preavviso in caso di dimissioni e licenziamento. Non è obbligatorio consegnare ai lavoratori domestici una copia del contratto collettivo, ma questo potrebbe semplificare gli oneri informativi. Come precisato dall’Ispettorato nazionale del Lavoro nella circolare 4 del 10 agosto, la disciplina di dettaglio dell’informativa potrà essere comunicata al lavoratore anche con il rinvio al Ccnl applicato, sempre che gli sia consegnato.

Assunzione e licenziamento

Se non si comunica l’assunzione all’Inps si rischia una sanzione che va da 1.500 euro a 12.000 euro per ciascun lavoratore “in nero”, maggiorata di 150 euro per ciascuna giornata di lavoro effettivo. In caso di mancata comunicazione al centro per l’impiego la sanzione amministrativa varia da 200 a 500 euro per ogni lavoratore.

Contributi

Variano a seconda dell’orario effettivo e devono essere versati all’Inps ogni trimestre. Se non si pagano il datore di lavoro dovrà pagare le sanzioni civili al tasso del 30% in base annua calcolate sull’importo dei contributi evasi con un massimo del 60% ed un minimo di 3.000 euro, indipendentemente dalla durata della prestazione lavorativa accertata. Se si pagano in ritardo sono previste sanzioni pecuniarie da parte dell'Inps, al tasso vigente alla data di pagamento o di calcolo (attualmente pari al 6,50% in base annua) e per un massimo del 40% sull’importo dovuto nel trimestre o sulla cifra residua da pagare, a condizione che il datore di lavoro effettui spontaneamente il versamento entro i 12 mesi dal termine stabilito per il pagamento dei contributi. Se questo termine non viene rispettato si ricade nel caso dell’evasione contributiva, sanzionata con un’aliquota del 30% in base annua sull’importo evaso nel trimestre.

Le agevolazioni

In caso di assunzione di colf/badanti, il datore di lavoro ha diritto ad alcune agevolazioni fiscali. Chi assume una badante per assistere un soggetto non autosufficiente ha diritto, oltre a questa deduzione a un ulteriore detrazione del 19%, per un importo non superiore ad euro 2.100,00.