Sabato 4 Maggio 2024

Negozi in ginocchio per il maltempo, chiesto il rinvio dei saldi. Così il meteo condiziona (anche) le vendite

Penalizzati dalla pioggia negozi di vicinato e grandi catene, costretti a chiusure forzate se non a fare i conti con danni ingenti. Chi ci guadagna sono le piattaforme web

Saldi

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I weekend fuori porta, i primi aperitivi all’aperto, una passeggiata in spiaggia, un pranzo in agriturismo: piacevoli consuetudini di primavera, sì, ma anche occasioni per dare una rinfrescata al guardaroba, sfoggiando un look più colorato e consono alla stagione. Rituali letteralmente spazzati via da due mesi di maltempo quasi ininterrotto, che ha gelato non solo i raccolti nei campi, ma anche la voglia di shopping. È così che i negozi di abbigliamento e accessori – dalle attività di quartiere fino alle grandi catene del ‘pronto moda’ – si ritrovano oggi con i magazzini pieni di merce invenduta. E invocano, sostenuti da associazioni di categoria come Confimprese, Federdistribuzione e Federmoda-Confcommercio, il rinvio dei saldi estivi, oltre a una rimodulazione, più generale, del calendario delle svendite di fine stagione.

Il calendario dei saldi e la proposta delle grandi catene

A intervenire per primo sul tema è stato l’amministratore delegato del gruppo Yamamay-Carpisa, Gianluigi Cimmino, che ha lanciato un appello a governo e regioni affinché "l’inizio dei saldi estivi slitti di un paio di settimane, o almeno di dieci giorni”. Secondo il calendario attualmente in vigore, i saldi dovrebbero partire all’inizio del mese di luglio: il patto sancito tra il governo e la Conferenza dei presidenti delle regioni e province autonome prevede l’avvio dei saldi estivi il primo sabato del mese di luglio. Quest’anno, tuttavia, la data sarebbe caduta il 1° luglio: troppo presto, avevano già obiettato le associazioni di categoria. Per questo motivo, la Commissione Sviluppo Economico ha indicato, come data di avvio, non prima di giovedì 6 luglio. Ora sono gli stravolgimenti del meteo a imporre un nuovo slittamento. All’appello di Cimmino si sono uniti altri protagonisti del mercato del fashion, tra cui Stefano Beraldo, ad del gruppo Ovs, e Fabio Pampani, amministratore delegato per il Sud Europa della catena di profumerie Douglas, che partecipa tradizionalmente ai saldi. L’idea è di ripensare l’intero calendario delle vendite promozionali, rinviando sia quelle della stagione estiva, sia quelle invernali: anche in quest’ultimo caso, la prima motivazione sarebbe quella meteorologica. Le temperature elevate, che ormai ci tengono compagnia ben oltre la fatidica data dell’equinozio d’autunno, fanno sì che non si entri nei negozi per comprare indumenti invernali almeno fino ai primi di novembre.

Come cambia lo shopping ai tempi del climate change

Tra le tante ricadute delle intense precipitazioni di queste settimane c’è, senz’altro, quella sulle vendite: non solo perché - conferma l’ad Cimmino - alcuni negozi, situati nelle aree più colpite dalle esondazioni che hanno devastato l’Emilia-Romagna, sono costretti alla chiusura (35 solo quelli del gruppo Carpisa-Yamamay); ma anche perché le pessime condizioni meteo scoraggiano le persone, rendendole meno propense a uscire da casa per concedersi un momento di shopping. Va da sé – è facile supporlo – che più il cielo è uggioso, più le piattaforme web prosperano, poiché rendono la merce 'a portata di click', anziché costringere a prendere l’ombrello e affrontare pioggia e vento per acquistare una giacca o un paio di scarpe. Un’ulteriore tegola soprattutto per i negozi di quartiere, già messi a dura prova dalla fiammata dell’inflazione - e dal conseguente calo del potere d’acquisto dei consumatori, che si trovano così a rinviare, non di rado, le spese non necessarie.

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