Martedì 16 Aprile 2024

Inflazione alle stelle: ecco cosa stanno tagliando le famiglie italiane (e a cosa non rinunciano)

Cambiano le abitudini di spesa. Ecco una fotografia di quello che sta succedendo e di come ci stiamo adattando alla crescita dei prezzi

Carrello della spesa, foto generica

Carrello della spesa, foto generica.

Come cambiano le abitudini di spesa delle famiglie italiane, costrette a fare i conti con l’impennata dell’inflazione (che ha raggiunto, solo nel mese di aprile, la soglia dell’8,3%) e i rincari generalizzati, a partire da prodotti di prima necessità come latte, pasta e uova?

La società di consulenza internazionale NielsenIQ ha provato a scattare una fotografia dello stato attuale del settore cosiddetto del ‘largo consumo’, che comprende, in particolare, le insegne della grande distribuzione organizzata e i piccoli supermercati disseminati in tutti i comuni d’Italia.

I risultati dell’indagine: calano i volumi, cresce il valore

Considerando un contesto di lungo periodo - dal 2017 al 2022 - i volumi di spesa hanno registrato una crescita pari a 8 punti. Tuttavia, a causa dell’inflazione dilagante, il primo quadrimestre 2023 coincide con una decisa battuta d’arresto: l’analisi di NielsenIQ evidenzia una contrazione dei volumi pari al -3,9%, con un incremento a valore – dovuto alla fiammata dei prezzi - del 10,5%.

Resistono i consumi fuori casa

In questo scenario, le famiglie italiane prediligono più visite ai negozi nell’arco di una settimana, con carrelli più leggeri: una scelta virtuosa, dettata sia da una maggior consapevolezza dell’importanza di ridurre il proprio impatto ambientale, sia dalla necessità di risparmiare ed evitare acquisti superflui o non immediatamente necessari.

Il consumatore italiano medio ha aumentato del +3,7% la frequenza di acquisto e ridotto del 7,4% il numero di prodotti presenti nel carrello. La stessa dinamica, ma in modalità ancor più marcata, si registra in altri Paesi d’Europa, come Spagna, Regno Unito, Francia e Germania.

Seppur duramente provate dall’inflazione e dalla conseguente riduzione del proprio potere d’acquisto, le famiglie italiane non rinunciano, per ora, ai consumi fuori casa: lo dimostra il fatto che il comparto ‘horeca’ (bar, ristoranti e altri esercizi commerciali) ha messo a segno, da gennaio 2023, un incremento pari a +15,8%.

Focus sulla filiera del ‘largo consumo’

Con un giro d’affari stimato in oltre 90 miliardi di euro, 20.000 aziende attive nel panorama produttivo e 330.000 lavoratori presenti nei punti vendita in tutta Italia, il settore cosiddetto del ‘largo consumo’ registra ogni anno 4 miliardi di visite ai negozi e circa 400.000 prodotti acquistati dai clienti. Costituita in gran parte da operatori della grande distribuzione organizzata (circa 400 insegne per oltre 200 centri decisionali, in maggioranza basati su capitale italiano), la filiera comprende anche migliaia di piccoli imprenditori, proprietari di negozi e attività commerciali disseminati nei comuni d’Italia. Circa 300.000 nuovi prodotti vengono proposti ogni anno sugli scaffali: la ricerca di innovazione è costante, così come l’attenzione ai mercati emergenti. Secondo gli analisti di NielsenIQ, il segmento di clientela da tenere d’occhio, nel prossimo futuro, sarà quello degli over 60, fascia per la quale si renderà necessario rimodulare l’offerta di prodotti.  

Maddalena De Franchis

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