Lunedì 29 Aprile 2024

Molestie sul lavoro, manager e dirigenti più colpite. Ecco perché e come difendersi

I preoccupanti dati del sondaggio “Ti Tocca” condotto da Fondazione Libellula sulla violenza di genere in azienda

Roma, 15 aprile 2024 – Sette donne su 10 sono state vittime di molestie ricevendo complimenti, allusioni e osservazioni sul proprio corpo che le hanno messe a disagio, mentre addirittura il 40% ha subito contatti fisici indesiderati e il 43% ha ricevuto avance esplicite. Dati che diventano ancora più preoccupanti se riferiti a donne che occupano posizioni manageriali, con un significativo aumento.

Sette donne su 10 vittime di molestia sul lavoro
Sette donne su 10 vittime di molestia sul lavoro

Secondo l'OMS la violenza di genere coinvolge circa un terzo delle persone di sesso femminile in tutto il mondo, indipendentemente dalla loro appartenenza a diverse fasce socio-culturali della popolazione. Si tratta di un drammatico fenomeno che si manifesta in vari contesti sociali, dall'ambiente domestico alla scuola, fino al lavoro, ambienti che contribuiscono in maniera importante alla costruzione della propria identità e del proprio benessere.

In particolare, il posto di lavoro sembra essere uno dei luoghi elettivi per questo genere d’esperienze: lo confermano i dati shock emersi dalla Survey L.E.I. (Lavoro, Equità, Inclusione) 2024, dal titolo “Ti Tocca” condotta da Fondazione Libellula al fine d’indagare la violenza di genere e le discriminazioni nel mondo del lavoro in Italia.

I risultati del sondaggio, che ha coinvolto 11.201 donne, sono stati presentati recentemente presso la sede milanese della naturetech company italiana 3Bee, partner ospitante e co-organizzatore dell’evento, delineando un quadro allarmante: circa 7 donne su 10 infatti si sono dichiarate vittime di molestie, avendo ricevuto complimenti, allusioni e osservazioni sul proprio corpo che le hanno messe a disagio. Sempre circa il 70% del campione ha dichiarato di aver ascoltato battute sessiste o volgari, rivolte a loro stesse o ad altre donne, sul posto di lavoro: quest’esperienza è stata sperimentata soprattutto dalle lavoratrici che non hanno un partner stabile o che lavorano in aziende con meno di 49 dipendenti. Ma non è tutto: il 40% ha subito contatti fisici indesiderati, un dato in netto aumento rispetto al 2022 (+81% circa), mentre il 43% ha ricevuto avance esplicite indesiderate e il 27% ha segnalato richieste e comportamenti di natura sessuale non graditi o non sollecitati. “Questi dati – spiega Debora Moretti di Fondazione Libellula – mettono in evidenza una situazione preoccupante e inaccettabile all'interno delle aziende italiane, sottolineando la necessità di una seria riflessione. Il luogo di lavoro rappresenta il contesto principale della vita quotidiana, dove le persone si incontrano e interagiscono in modo più profondo e continuo nel tempo. Pertanto, questi episodi impattano in maniera significativa sul benessere di chi li subisce e anche di chi vi assiste”. Se poi prendiamo in considerazione dati analoghi riferiti alle donne che occupano posizioni manageriali, si riscontrano degli aumenti importanti rispetto alla media: ad esempio, il 77% delle manager e il 75% delle dirigenti ha sentito spesso o a volte commenti sul proprio corpo che le hanno messe a disagio. Ugualmente, il 79% delle dirigenti e il 76% delle manager è stata oggetto o ha ascoltato delle battute sessiste o volgari verso altre donne, rispetto alla media di circa il 70%. E se parliamo poi dei contatti fisici indesiderati, la percentuale media del campione (40%) cresce fino al 47% per le dirigenti e al 54% per le imprenditrici. Ma forse l’aumento più significativo si riscontra sui dati riguardanti le avance esplicite indesiderate (43%), di cui sono state vittime il 64% delle imprenditrici e il 54% delle dirigenti, e le richieste di natura sessuale non gradite o non sollecitate (27%), che hanno riguardato il 45% delle imprenditrici e il 35% delle dirigenti. Ci sono due ipotesi che potrebbero spiegare perché i dati riguardanti le donne con ruoli di potere sono peggiori della media: la prima ipotesi suggerisce che queste donne siano più consapevoli della situazione; l'alternativa ipotizza che, occupando posizioni storicamente riservate agli uomini, siano soggette a comportamenti che le depotenziano, le sminuiscono o le “oggettificano”, come se venissero "rimesse al loro posto di donna". Quest’ultima troverebbe conferma in un altro dato significativo emerso dal report, secondo cui l’88% delle dirigenti e delle manager vede gli uomini crescere professionalmente più velocemente delle donne. La persistente discriminazione e molestia sul posto di lavoro nei confronti delle donne con ruoli di potere evidenzia un grave problema culturale e strutturale: l'Italia si attesta stabilmente all'ultimo posto in Europa da oltre un decennio per quanto riguarda la parità di genere, in relazione ad esempio alla segregazione lavorativa o alla partecipazione ai processi decisionali. “È dunque urgente – insiste Moretti – un intervento deciso per contrastare questa realtà, promuovendo politiche aziendali rigorose contro la violenza di genere e creando una cultura organizzativa che favorisca il rispetto e l'inclusione. Per questo motivo abbiamo deciso di chiamare questa Survey “Ti tocca”, perché è giunto il momento che ognuno s’assuma la responsabilità di queste situazioni e inizi, nel proprio piccolo, ad agire per il cambiamento”. Anche le istituzioni scendono in campo a sostegno della causa.

“Questi dati – ha dichiarato durante la presentazione l’Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano, Lamberto Bertolé – ci confermano ancora una volta, se fosse necessario, che il patriarcato è ancora dominante nella società e, soprattutto, nei luoghi di lavoro. E se è vero che le mobilitazioni di questi mesi ci raccontano che qualcosa sta cambiando e che una nuova sensibilità si sta facendo lentamente strada, è altrettanto vero che siamo ancora lontani da una piena assunzione di responsabilità da parte degli uomini. Le molestie, gli abusi, la violenza di genere sono prima di tutto una questione maschile e da questa premessa non si può prescindere se si vuole affrontare veramente il tema”. Parole cui fanno eco quelle di Elena Lattuada, delegata del Sindaco di Milano alle Pari Opportunità: "La libertà femminile non può più attendere: allusioni, contatti indesiderati di qualsiasi tipo non possono più essere tollerati, né nello spazio pubblico, né nei luoghi di lavoro, né tra le mura domestiche. Fondamentale il lavoro che Fondazione Libellula ha fatto nella ricognizione di quanto accade nei luoghi di lavoro, come è importante il lavoro di sostegno e ascolto delle donne che nella città di Milano viene fatto dall'Associazione e dalle tante che hanno a cuore la dignità femminile, sempre". Infine, ecco i 4 consigli di Fondazione Libellula per prevenire e contrastare la violenza di genere sul posto di lavoro:

  1. Chiedi che vengano attuati progetti di sensibilizzazione e formazione per tutto il personale su come riconoscere gli stereotipi e le discriminazioni che abbiamo interiorizzato e su come queste possano tramutarsi in micro-aggressioni più o meno consapevoli.
  2. Informati su quali sono gli strumenti a disposizione in azienda: esiste una policy anti-molestie? È stata condivisa? C’è uno sportello o una Consigliera di Fiducia da poter contattare in caso di dubbio o segnalazione?
  3. Fai sentire il tuo sostegno a una neo-mamma che ritorna al lavoro dopo il congedo di maternità, fai lo stesso con un neo-papà. Proponi un’attività per supportare la genitorialità condivisa.
  4. Viviti come parte attiva del cambiamento: in alcune aziende, come quelle del Network Libellula, è possibile ricevere una formazione specifica su queste tematiche per diventare ambassador.

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