Roma, 20 giugno 2024 – L’Italia resta l’unico Stato dell’area euro a non aver ratificato il Mes (Meccanismo europeo di Stabilità) meglio noto come Fondo salva Stati. Questa mattina era in programma il Consiglio dei governatori del Mes, formato dei ministri delle Finanze dei 20 Stati membri dell'Eurozona, durante la loro riunione oggi a Lussemburgo, in cui è stato adottato il rapporto annuale del Meccanismo. E la posizione dell’Italia non è mutata.

L’Italia non ratifica il Mes
"Il board ha preso nota delle difficoltà persistenti in Italia a ratificare” il nuovo trattato del Mes. Lo ha detto il commissario all'Economia Paolo Gentiloni arrivando alla riunione dell'Eurogruppo a Lussemburgo rispondendo a una domanda su come sia stato il confronto al consiglio dei governatori del Mes sull'Italia. “Non direi 'discussione’”, ha detto.
Le conseguenze
Una questione non da poco. La mancata ratifica da parte dell’Italia (che deve essere fatta con un voto in Parlamento) impedisce a tutti gli altri stati di accedere al Mes in caso di difficoltà.
Come funziona il Mes in parole semplici
Ma come funziona il Mes? In parole semplici è un fondo (con una capacità di circa 500 miliardi) finanziato dagli Stati partecipanti a cui una nazione può accedere (come ad esempio avvenne per la Grecia dopo la crisi del 2007-2008) in caso di gravi difficoltà. Aiuti che vengono erogati in cambio di “impegni” dello Stato richiedente di attuare politiche che rimettano a posto i conti (la cosiddetta austerity) e restituire i soldi avuti (in 10 anni).
Non è automatico
Non si tratta di un meccanismo automatico, ed è questo che gli altri Stati “rimproverano all’Italia”. Sottoscriverlo non vuole infatti dire essere obbligati ad accedervi automaticamente in caso di difficoltà. Chi vuole ci attinge e chi non vuole no (esistono alternative per finanziarsi sul mercato).
Perché l’Italia non lo ratifica
Ma perché l’Italia non lo sottoscrive? A parte le perplessità del meccanismo (il Mes non dipende direttamente dalla Ue) la sottoscrizione è per il nostro Stato una sorta di “moneta di scambio” (come detto siamo gli unici a bloccarlo) per ottenere vantaggi in altri campi sempre in Europa.
Le parole del presidente dell’Eurogruppo
"Il punto critico è che se un Paese non ratifica il trattato di riforma del Mes, tutti i Paesi vengono privati degli strumenti aggiuntivi e delle reti di sicurezza aggiuntive fornite da quel trattato. Quindi è una perdita collettiva. E anche se un Paese decide di non volersi avvalere di questi strumenti, che è una loro scelta, si tratta pur sempre di strumenti a cui altri Paesi potrebbero voler accedere. E penso che sia quindi importante dare queste opzioni ad altri Paesi". Lo ha dichiarato il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, in merito alla mancata ratifica del Mes da parte dell'Italia.
Possibile revisione?
"Ho un ottimo rapporto con il ministro Giorgetti e continuerà a essere così. Sono molto consapevole della delicatezza della questione in seno al Parlamento. Non è mio compito aggiungere altro. Quello che sottolineo è semplicemente che ci troviamo ovviamente in un momento importante in cui il trattato potrebbe essere riconsiderato. E se un governo decide di non voler utilizzare gli strumenti contenuti in quel trattato, quella è una sua scelta. Ed è comprensibile. E' una scelta che può essere rispettata", ha aggiunto. "Ma degli strumenti che ci sono, altri Paesi potrebbero averne bisogno. Altri paesi potrebbero decidere di volerle utilizzare le reti di sicurezza esistenti. Ed è per questo motivo che la ratifica del trattato da parte di tutti costituisce una priorità importante", ha insistito il ministro irlandese.
Giorgetti
Il ministro dell'Economia Giorgetti ha sollevato al consiglio dei governatori del Mes il tema politico del recente trattamento ricevuto dall'Italia che da Paese fondatore Ue è stata estromessa da decisioni importanti sul futuro dell'Unione. Giorgetti ha stigmatizzato la “conventio ad escludendum assolutamente sbagliata” e l' “atteggiamento pregiudizievole verso il nostro Paese”. Lo si apprende da fonti del Mef. Giorgetti ha apprezzato la relazione di Pierre Gramegna e ha accolto favorevolmente la disponibilità ad allargare gli orizzonti del Mes, ma ha segnalato che in Parlamento non c'è una maggioranza per la ratifica del trattato.