INNOVAZIONE E FUTURO, ma anche tradizioni e radici ben solite. Sono questi gli elementi distintiti di VitroLeaf by Battistini, il nuovo laboratorio di micropropagazione di Battistini vivai con sede a Diegaro di Cesena. È il più grande laboratorio commerciale d’Europa e apre la strada verso un’agricoltura sempre più innovativa e che guarda al futuro. L’azienda celebra i suoi primi 75 anni di attività, segnati da una forte appartenenza al territorio che l’hanno portata ad investire proprio laddove tutto è cominciato: nel primo terreno acquistato dai Battistini per i propri campi produttivi nel lontano 1962. La storia di Battistini vivai parte infatti da lontano. Il vivaio viene fondato a Cesena nel 1949 dai fratelli Sebastiano e Domenico Battistini. I due iniziano l’attività vendendo viti e altre piante da frutto al mercato della città, su di un piccolo carretto trainato da cavallo. Un inizio che contraddistingue fin da subito la qualità Battistini e segna la strada per le generazioni a venire. Nel 1978 inizia la produzione in vitro con un primo piccolo laboratorio di propagazione di portainnesti fruttiferi. Grazie all’intuito e alla visione sulle grandi potenzialità che la micropropagazione può offrire, Battistini vivai è uno dei primi laboratori italiani. Nel 1996 prendono le redini dell’azienda i fratelli Anna e Franco Battistini, affiancati dai soci Catia Piraccini e Paolo Laghi. Battistini vivai diventa una impresa internazionale di alto livello, leader nel settore agricolo. Nel 1992 apre, sempre a Cesena, Garden Battistini, il settore aziendale che si occupa di progettazione e realizzazione di parchi e giardini, allestimenti floreali per eventi e matrimoni, piante ornamentali e fiorite da interno ed esterno.
Dal 2012 ricopre il ruolo di direttore generale Giuliano Dradi, precedentemente ricercatore e direttore del primo laboratorio di micropropagazione ed oggi direttore generale. È sotto la sua guida che l’azienda ha registrato anni di forte sviluppo, raggiungendo oltre il 60% di fatturato all’estero e i 12 milioni di piante prodotte all’anno. Oggi la terza generazione sta imparando sul campo come portare avanti questa tradizione agricola, un grande tesoro che appartiene a una famiglia e ancor più a un intero territorio con un occhio attento verso il futuro. Le specie più prodotte dall’azienda sono principalmente piante da frutto: ciliegi, peschi, albicocchi e i portainnesti, ma anche piccoli frutti quali mirtilli, more, lamponi. Ogni anno Battistini vivai esporta le proprie piante in tutto il mondo, dal Portogallo alla Georgia, con particolare attenzione negli ultimi anni verso i Paesi del bacino asiatico: Uzbekistan, Tagikistan, a cui si aggiungono Azerbaijan e India. Sono 170 le persone che lavorano nell’impresa, 12 milioni invece le piante micropropagate ogni anno, 115 gli ettari di vivaio nelle province di Forlì-Cesena e di Ravenna e 40 i paesi nel mondo nei quali i vivai Battistini esportano. "Abbiamo investito molto in tecnologia progettando, insieme ai nostri fornitori, macchinari studiati appositamente sulla base delle nostre esigenze. Le macchine comunque non sostituiscono in alcun modo l’operato del nostro staff, ma anzi, li aiuta in operazioni meccaniche e in altezza incentivando la sicurezza nel lavoro. Una volta raggiunta una stabilità produttiva contiamo di incrementare il numero dei lavoratori di almeno una decina di unità", dice Giuliano Dradi (nella foto a sinistra in alto), direttore generale di Vivai Battistini. La micropropagazione o coltura in vitro è un metodo di propagazione altamente tecnologico. Il processo, realizzato in laboratorio e in ambiente sterile, permette di ottenere, a partire da gemme, apici o micro talee di piante madri controllate dal punto di vista genetico e sanitario, grandi quantità di piante sane, tutte geneticamente identiche alle piante madri originarie ed in minor tempo rispetto ai sistemi tradizionali di propagazione (talea, innesto). Completato il ciclo in laboratorio, tutte le piantine prodotte in vitro, molto tenere e delicate, devono successivamente essere acclimatate in serra e quindi trapiantate in vaso o messe a dimora in vivaio.
VitroLeaf è un edificio ad alta tecnologia e all’avanguardia, pensato nei minimi dettagli per offrire un’alta produttività ed efficienza con l’obiettivo di poter raggiungere, nei prossimi 5 anni, i 24 milioni di piante prodotte. Lo stabilimento si compone di un’area uffici, una sala conferenze che avrà l’obiettivo di accogliere enti e università in visita da tutto il mondo, servizi per il personale e le aree produttive per la preparazione e la crescita delle piante. "L’elemento più innovativo è sicuramente la VitroLeaf Tower. È una sala di coltura in vitro, non accessibile dal personale e totalmente robotizzata alta 8 metri di altezza e lunga 67 metri che può contenere fino a 3,5 milioni di piantine in coltivazione. È dotata di 22 piani in altezza illuminati mediante luci a led per garantire lo sviluppo delle piante all’interno che seguono un fotoperiodo di 16 ore di luce ed 8 di buio simulando il giorno e la notte. Oltre alla luce, monitoriamo la temperatura, l’umidità, il flusso d’aria e l’ambiente è costantemente controllato dal punto di vista della sanità e virus esenza", aggiunge Giuliano Dradi.