A SENIGALLIA, IN PROVINCIA di Ancona, tre giovani imprenditori: Alessio Lossano, Emanuela Barone e Andrea Berardinelli (nella foto sopra da sinistra a destra) hanno fondato Luyt - light up your time. Luyt è il brand di skincare, 100% Made in Italy, nato dalla visione di Dermoproject, una start up che sviluppa e realizza progetti di giovani talenti destinati ad esaudire le nuove sensibilità di consumo globali nel settore bellezza e benessere. Grazie ad una ricerca costante e minuziosa e alla collaborazione con spin off universitari, l’azienda ha creato una formulazione innovativa, risultato di anni di impegno in laboratorio: un’esperienza skincare unica, indirizzata a un gruppo ristretto di intenditori che collezionano esperienze sensoriali di eccellenza. Alessio Lossano, co-founder ci ha detto: "La nostra mission esclude la creazione e la commercializzazione di prodotti di massa e ha il suo focus nelle passioni di gruppi ristretti, di persone connesse alla ricerca di standard qualitativi e sensoriali di livello più alto".
Come intendete sviluppare il vostro progetto?
"Lo sviluppo futuro di Luyt è legato alla diversificazione e alla ricerca di nuovi concept esperienziali destinati a soddisfare in modo creativo e ultra personalizzato, sensibilità ed esigenze di nicchie ristrette di consumatori. Una filosofia in armonia con il posizionamento lusso della linea Luyt che re-interpreta i codici della cosmesi naturale mettendo al centro della ricerca la salute, la sensorialità e la competenza estetica delle nuove generazioni".
E come verranno commercializzati i vostri prodotti?
"La distribuzione della beauty experience Luyt, con formulazioni vegan friendly, è prevista in canali premium. Dopo il lancio dello shop online avvenuto a dicembre a Milano, prevediamo di ampliare la nostra presenza in retail selezionati e flagship stores, prestigiosi centri di medicina estetica e nelle beauty spa".
La vostra scelta strategica di vendere attraverso il canale online è in linea con i dati sull’andamento del settore.
"Secondo le rilevazioni del Centro Sudi di Confindustria contenute nel rapporto annuale di Cosmetica Italia emerge chiaramente la performance a doppia cifra delle vendite online che, anche nel 2022, segnano un trend più che positivo. Infatti, la crescita registrata è di 13,4 punti percentuali, il volume di vendita è prossimo a 990 milioni di euro. Inoltre, la rilevazione di Human Highway, a cavallo della primavera 2023, propone interessanti scorci di analisi per le vendite online. Tra questi, sono importanti i trend legati alle quote di acquirenti online delle principali categorie cosmetiche. L’atteggiamento generale degli acquirenti online di prodotti cosmetici verso questo tipo di esperienza di acquisto è guidato da considerazioni di convenienza (risparmio, offerte) e comodità (bundle con altri acquisti online), mentre le variazioni più interessanti intervenute negli anni di pandemia riguardano la libertà data dall’ampia scelta, dalla comodità di acquisto e dalla maggior importanza attribuita alle schede di descrizione dei prodotti".
Intendete crescere anche all’estero?
"Certamente è previsto uno sviluppo all’estero con l’obiettivo di conquistare nuovi mercati. Soprattutto in mercati che hanno una spiccata sensibilità per il Made in Italy e tra questi anche gli Emirati Arabi e in tutte quelle economie emergenti. Avvieremo anche un’azione di comunicazione su ampia scala tenendo conto delle esigenze dei consumatori nei diversi Paesi e anche sui mercati specifici in quanto ogni mercato ha la propria percezione nell’utilizzo dei prodotti cosmetici".
Questo comporterà anche uno sviluppo della struttura organizzativa dell’azienda?
"Coerentemente con lo sviluppo dell’azienda e con la penetrazione in nuovi mercati verrà attuata anche una crescita sia dimensionale e sia funzionale con la creazione di veri e propri distaccamenti operativi che verranno inaugurati nei Paesi nei quali intendiamo operare".
Tutto questo senza perdere il contatto con le Marche?
"Le Marche sono la nostra regione che rimane il nostro epicentro strategico ed operativo. Quì siamo nati e da qui che ci stiamo sviluppando. L’intero progetto che c’è dentro la Luyt è nato nelle Marche e anche se il nostro business diventa sempre più internazionale continueremo a realizzare i nostri prodotti con fornitori marchigiani. Inoltre, a livello strategico intensificheremo i rapporti con l’Università di Urbino e tramite lo spin off dell’ateneo denominato Prosopika realizzeremo lo sviluppo dei nuovi prodotti".
La crescita dell’azienda è coerente anche con la sostenibilità?
"I temi legati alla sostenibilità sono stati sempre al centro delle nostre strategie e la sostenibilità per noi sarà anche in futuro un elemento molto importante. Il nostro carattere distintivo legato al rispetto delle regole della sostenibilità si sta trasformando in un vero e proprio fattore competitivo estremamente importante per conquistare nuovi mercati soprattutto all’estero. Un patrimonio che intendiamo accrescere anche con i nuovi prodotti. I nostri prodotti sono vegan friendly e cruently free testati. Il cruelty free è un termine inglese che significa senza crudeltà. Si riferisce a tutti quei prodotti e attività che vengono realizzati senza danneggiare gli animali, evitando la sperimentazione su di essi e che non sono ottenuti da organi animali".