Giovedì 2 Maggio 2024

"Se i cargo evitano Suez i nostri porti saranno penalizzati"

È un momento molto difficile per i traffici marittimi a livello internazionale, e nel Mediterraneo in particolare. La situazione geopolitica...

"Se i cargo evitano Suez i nostri porti saranno penalizzati"

"Se i cargo evitano Suez i nostri porti saranno penalizzati"

È un momento molto difficile per i traffici marittimi a livello internazionale, e nel Mediterraneo in particolare. La situazione geopolitica nel Mar Rosso impatta sulle rotte del commercio mondiale via mare e i primi dati sui noli marittimi parlano di una flessione del 6-7%. È quanto emerso nel rapporto di "Fedespedi economic outlook", l’osservatorio quadrimestrale sull’andamento del trasporto merci internazionale redatto dalla Federazione italiana degli spedizionieri. La crisi di Suez è dovuta ai ripetuti attacchi da parte degli Houthi. Il gruppo controlla il sud dello Yemen in particolare la costa che si affaccia sul Mar Rosso e che conduce allo stretto di Bad al-Mandab, passaggio strategico, insieme a Suez, per il trasporto marittimo internazionale.

Sulla base dei dati MDS Transmodal, pubblicati da DynaLiners, nel periodo indicato, le navi passate da Suez sono diminuite del 60% circa, con alcune compagnie che hanno deciso di abbandonarlo totalmente vedi l’israeliana ZIM, per evidenti motivi, e la coreana HHM colossi mondiali. L’alternativa, come riporta l’analisi di Fedespedi, è la rotta che doppia il Capo di Buona Speranza circa 5mila miglia in più di navigazione per le navi, con un aggravio di 11-12 giorni di viaggio, considerando una velocità di 18 kn. Ovviamente non è solo un problema di tempi di navigazione, perché a questo si lega l’aumento notevole anche i costi. Varie compagnie, per far fronte a questa nuova situazione, hanno già previsto aumenti nei prezzi del contratto di noleggio della nave in base al quale un armatore, in cambio della tariffa pattuita, compie con una nave uno o più viaggi prestabiliti (noleggio a viaggio), e in un periodo di tempo stabilito, i viaggi ordinati dal noleggiatore alle condizioni stabilite dal contratto o dagli usi.

Su questo delicato periodo storico interviene il presidente di Fedespedi Alessandro Pitto. La sua opinione?

"Alle continue minacce alle navi che attraversano il Mar Rosso qualche giorno fa c’è stato anche il primo attacco a una porta-rinfuse dove sono rimasti uccisi tre marinai e altri quattro feriti - dichiara Alessandro Pitto (nella foto sopra), presidente di Fedespedi (Federazione Nazionale Imprese di Spedizioni Internazionali) – Speriamo che le missioni dell’Unione Europea, alle quali partecipa anche l’Italia, possano aiutare a risolvere questa crisi".

Sull’andamento dei traffici, infatti, si registra una preoccupante diminuzione nei noli. Perché?

"Da Shangai a Genova e Livorno – spiega il presidente Pitto – nelle ultime settimane sono diminuiti del 6% e da Shangai a Rotterdam una flessione del 7%. Prima del capodanno cinese poi c’era stata una certa rincorsa a imbarcare le merci perché poi la Cina si ferma per un paio di settimane. Oggi sta rientrando in funzione la grande fabbrica dell’estremo oriente ma la domanda fa fatica a recuperare e i noli sono ancora in calo".

In questo scenario globale, l’Italia ha una parte importante del commercio che naviga via mare e che passa per lo stretto di Suez dove transitano merci per un valore complessivo di circa 160 miliardi di euro, un centinaio di miliardi in import, il resto in export.

"Il punto più preoccupante è la portualità italiana, dato che il nostro Paese è al centro del Mediterraneo – è l’analisi del presidente di Fedespedi – . Se i traffici circumnavigano l’Africa il Mar Mediterraneo rischia di essere penalizzato, e per quanto riguarda il nostro Paese le maggiori sofferenze potrebbero esserci per i porti dell’Adriatico".

Del resto, come già evidenziato, gli armatori sono frenati da quello che sta accadendo nel Mar Rosso.

"Ma il ruolo strategico dato all’Italia e alla Grecia in questo scenario di crisi, dimostra la consapevolezza che la via di trasporto marittima è fondamentale".

C’è dunque grande attenzione a come l’Unione Europea intende muoversi per garantire la sicurezza della movimentazione delle merci via mare.

"Per quanto riguarda l’Italia, il commercio internazionale si conferma una forza trainante dell’economia del Paese anche in uno scenario internazionale colpito da una nuova crisi geopolitica. Si tratta di una crisi scoppiata in un contesto economico già caratterizzato da scarsa dinamicità, come si evidenzia dal livello di crescita del traffico container a livello Mondo (appena +1,7% nei primi 9 mesi del 2023). La performance delle nostre esportazioni, che hanno registrato una crescita superiore al 3% nei primi 10 mesi del 2023, ci dice che la nostra come Sistema-Paese è lavorare sull’efficienza del nostro sistema logistico. Semplificazioni, regolazione, investimenti e cultura del lavoro sono gli strumenti che servono al sistema logistico nazionale per garantire e potenziare il livello di competitività dell’import-export del Paese".

Logistica importantissima dunque anche sul fronte dei collegamenti via terra con qualche preoccupazione per i principali valichi alpini (quelli svizzeri del Gottardo, Sempione, San Bernardino e San Bernardo, cui si aggiungono Brennero, Monte Bianco e Frejus). Il traffico si è leggermente ridotto nel 2023, passando dai 4,973 milioni di veicoli pesanti del 2022, ai 4,816 del 2023 (-3,2%).

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