QUAL È LO SPAZIO dell’umano nella rivoluzione che sta per scuotere tutti noi? L’intelligenza artificiale non è solo uno strumento in più per migliorare le attività quotidiane, ma rischia di mettere in discussione molti processi. Per questo servirà un ’Umanesimo digitale’, che ponga al centro del sistema non tanto l’innovazione tecnologica, quando l’uomo. Questo il pensiero di Antonino Giannone (nella foto sopra), già amministratore delegato di società pubbliche e private, docente di strategie aziendali e di etica al Politecnico di Torino, autore di "Umanesimo digitale" (Edizioni Giuseppe Laterza).
Cosa cambierà con l’Intelligenza Artificiale?
"L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia innovativa potente, perché elabora fino a miliardi di dati in pochissimo tempo, per trasformarli in una risposta. L’intelligenza artificiale è, poi in grado di identificare tendenze di mercato in tempo reale, potrà migliorare l’esperienza di acquisto online, personalizzando le offerte, i prodotti e i servizi in base alle preferenze e ai bisogni dei clienti e dal punto di vista della produzione potrà creare prodotti personalizzati che rispettino le esigenze dei consumatori. Potrà contribuire a ottenere prestazioni di una migliore assistenza sanitaria, automobili e altri sistemi di trasporto più sicuri, prodotti e servizi su misura, più economici e più resistenti, una facilità di accesso all’informazione, all’istruzione e alla formazione".
Ci sono anche dei rischi, però: quali?
"Con l’automazione si realizzano processi che sostituiscono il lavoro dell’uomo che non trova un’altra occupazione. L’intelligenza artificiale, quindi, porterà a una riduzione dei posti di lavoro, disoccupazione e disparità economica. Fondamentale prepararsi per garantire che le persone siano pronte per le sfide dell’intelligenza artificiale. Altri due rischi sono il cybercrime e le fake news".
Infatti tutti invocano regole.
"C‘è la necessità di una regolamentazione dell’intelligenza artificiale, che bilanci la protezione dei diritti fondamentali, la sicurezza, la privacy, la responsabilità e la trasparenza, con la promozione dell’innovazione, della competitività e della crescita. Il vertice AI Safety Summit, che si è svolto a Londra a novembre, ha visto il confronto tra leader internazionali, rappresentanti dei colossi di internet ed esperti. E ha messo in evidenza le tensioni già esistenti tra i Paesi su come regolamentare questa tecnologia. Negli ultimi mesi l’impegno legislativo europeo ha portato ad una proposta di regolamento: l’AI Act. Ma...".
Ma?
"Al di là dei regolamenti, però servirà un approccio responsabile verso una tutela dell’Uomo e servirà promuovere una cultura digitale basata sulla sicurezza e sull’educazione, in modo che tutti possano beneficiare delle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, senza compromettere la propria sicurezza e privacy".
Ecco perché è importante l’etica?
"Le implicazioni etiche emergono dallo sviluppo crescente delle macchine intelligenti in tutti i campi. Non si tratta della semplice sostituzione di attività ripetitive dell’uomo, quanto l’occupazione dell’intelligenza artificiale nella sfera del processo decisionale: selezione dei dati, definizione di alternative, analisi e ottimizzazione con scelta della soluzione senza che conosciamo o controlliamo i metodi e i criteri di processo di queste fasi che sono proprie dell’elaborazione logica del pensiero dell’uomo. L’intelligenza artificiale dovrebbe includere ogni essere umano, non discriminando nessuno".