ALL’ULTIMA edizione del Salone del Mobile, conclusasi nei giorni scorsi, hanno presentato la loro idea di ‘quiet innovation’: un’innovazione che si sviluppa in silenzio, senza clamori ma in continuo divenire, capace di coinvolgere l’azienda a 360 gradi, dall’organizzazione del lavoro fino alla realizzazione del prodotto finito. Colombo Industrie Tessili, storica azienda con sede a Fino Mornasco, nel Comasco, era presente alla Design week con un’installazione alla D-House, laboratorio urbano e polo produttivo del gruppo Pattern, in via Lodovico il Moro a Milano. Le opere in mostra – installazioni che simulavano abitazioni – ospitavano gli outfit ideati dal designer Tiziano Guardini. L’uso dei tessuti dell’azienda comasca, stampati e rielaborati da D-house, ha conferito a tutti i capi in mostra un carattere profondamente innovativo. "Innovazione e sperimentazione sono il nostro lavoro quotidiano – ha fatto sapere l’azienda in una nota a margine dell’iniziativa –. ‘Quiet innovation’ significa guardare al futuro ricordando la ricchezza di un mondo meditativo e riflessivo, nel quale la casa rappresenta il centro del nostro progettare e ripartire".
Guardare all’avvenire senza accantonare il passato è certamente una priorità per Colombo industrie tessili: fondata nel 1962 da Piero Colombo e sua moglie Anita, fin dagli albori l’azienda intende mantenere vivi i valori della tradizione manifatturiera italiana, mixandoli con una filosofia produttiva moderna, basata su rispetto, etica e qualità del prodotto. La prima rivoluzione arriva nel 1976: grazie all’acquisizione dell’azienda ‘Feloy’ di Bulgarograsso (Co), Colombo industrie tessili raddoppia la propria capacità produttiva e, da quel momento, si rivolge direttamente al mercato dei confezionisti, inizialmente in Italia e, successivamente, nel mondo. Gli anni Ottanta segnano un nuovo cambio di passo dell’azienda tessile Colombo, che si dota di strutture produttive di nobilitazione e finissaggio dei tessuti e riunisce, nella sede di Fino Mornasco, i processi di tessitura, tintoria e finissaggio. D’ora in poi, dunque, l’azienda è in grado di garantire un percorso verticale a filiera completa: dallo studio e progettazione fino alla produzione e commercializzazione dei tessuti. Risale al 1988 l’ingresso della seconda generazione al timone dell’azienda: Stefano e Massimo Colombo (nella foto sopra), figli dei fondatori, si fanno interpreti, rispettivamente, della visione commerciale-organizzativa e creativa dell’azienda. Attualmente, Stefano Colombo riveste il ruolo di presidente, il fratello Massimo quello di amministratore delegato.
Le trasformazioni messe in atto dal nuovo management conducono, nell’arco di vent’anni, alla costituzione del gruppo Colombo (2008), che si completa attraverso l’acquisizione di marchi storici, in grado di garantire una maggior diversificazione di prodotto e penetrazione commerciale. Con l’acquisizione di Its Artea, prestigioso brand nel mercato di tessuti tecnici per lo sport e l’outerwear, il gruppo avvia una ricerca costante nell’ambito di fibre e tessuti altamente innovativi, destinati all’abbigliamento esterno. Il 2012 è l’anno di una nuova sfida: la divisione ‘MarioBoselli Jersey’ entra a far parte del gruppo e si aprono, così, prospettive di interazione inedite tra le diverse tecniche produttive di Colombo. Nel corso degli ultimi dieci anni il gruppo ha incorporato le maestranze e il know how di ciascun brand acquisito, arrivando a concentrare, in un’unica realtà, una competenza produttiva trasversale e di ampio respiro. Attualmente l’azienda è articolata in tre divisioni: Colombo, Its Artea e MarioBoselli Jersey. A queste si aggiunge, nel 2020, Progetto|62, un laboratorio creativo di idee, collaborazioni e collezioni di tessuti esclusivi.
A proposito di innovazione, in occasione dell’ultima edizione di Milano Unica, fiera di riferimento di tessuti e accessori di alta gamma per l’abbigliamento femminile e maschile, il gruppo comasco ha presentato due progetti all’avanguardia, che potrebbero avere, in futuro, applicazioni interessanti per l’intero comparto. Il primo è stato sviluppato in collaborazione con ComoNext – hub innovativo che riunisce a Lomazzo 140 startup – e, in particolare, con Sense Catch, società specializzata nell’applicazione di tecnologie di neuromarketing, con cui è possibile identificare i desideri dei consumatori e registrare le loro reazioni, anche inconsapevoli, di fronte a svariati prodotti. Attraverso l’uso di determinati sensori, è possibile capire qual è il tessuto o il prodotto che ha attirato di più l’attenzione o suscitato maggior curiosità, al di là di quanto espresso volontariamente dal soggetto interessato. Il programma potrà rivelarsi utile per indirizzare gli acquisti dei buyer o del consumatore finale, in base alle loro reazioni più o meno inconsce. Inoltre, sulla base dei dati rilevati, l’azienda può ottimizzare il proprio processo produttivo e limitare sprechi e avanzi di magazzino.
Il secondo progetto, realizzato in collaborazione col Politecnico di Milano e con la startup Cap_able, riguarda la creazione di un tessuto tecnico studiato con pattern e cromie in grado di ‘schermare’ l’identità digitale, in ottica di tutela della privacy e di protezione dei dati biometrici del volto.