"IL TERMINE sostenibilità è entrato nel lessico quotidiano di una buona parte degli italiani, anche se il concetto in sé è chiaro a circa 4 persone su 10 e negli ultimi anni, dopo una significativa crescita, si è stabilizzato", spiega Chiara Ferrari (nella foto in basso), Lead Public Affairs Ipsos, relatrice del panel "Governare la sostenibilità", in programma oggi a Padova, assieme a Fabrizio Dughiero, direttore del dipartimento di ingegneria industriale dell’Università di Padova e Giorgio Santini, responsabile per le relazioni con Comuni, Città Metropolitane e Regioni di ASviS. "Vivere in modo più sostenibile sta diventando socialmente desiderabile, ma i nostri sondaggi più recenti registrano la fatica di vivere in modo sostenibile in almeno il 60% dei cittadini e delle cittadine italiani", dice Ferrari. Siamo in una fase storica in cui si susseguono e intrecciano crisi di natura differente, che toccano la vita delle persone sotto i profili più vari: dai conflitti, all’economia, al restringimento dello spazio dei diritti, al clima, alla sanità, alla mobilità. "Viviamo anche grandi momenti di transizione – aggiunge Ferrari –, con cambiamenti a volte dettati proprio dall’obiettivo di sostenibilità, pensiamo alla transizione energetica, agli obiettivi del Net Zero e al recente appello ai governi perché siano più ambiziosi nel perseguimento di questo obiettivo".
Sostenibilità e futuro vanno a braccetto, a patto però che "le transizioni programmate, per avere successo e giungere ad obiettivo nei tempi giusti, devono essere governate e soprattutto raccontate con cura: il consenso va costruito mettendo in luce i vantaggi, ma senza nascondere inevitabili rinunce e sacrifici e tenendo a bordo anche le fasce di popolazione che potrebbero pagarne più caramente gli impatti iniziali", spiega Ferrari. Un dato interessante e che illustra bene questa idea "è la contrazione delle opinioni a favore dell’affermazione se non cambiamo le nostre abitudini andiamo incontro alla catastrofe ambientale’, che ha visto cali significativi tra il 2022 e il 2023 in 22 su 26 Paesi sondati da Ipsos sull’argomento. L’Italia fa parte del gruppo che vede crescere questa distanza, questo scetticismo: pur restando su valori intorno al 70%, il grado di accordo per questa affermazione è sceso di ben 9 punti percentuali in un anno", conclude Ferrari.
Le. Ma.