DALLA SEDE PRODUTTIVA di Anzola dell’Emilia, nel Bolognese, fino a Borgo Panigale, in via Emilia Ponente, terminando sotto le Due Torri, ci sono tre vasi in ceramica, bianchi e blu, che rappresentano il fiore all’occhiello di un’azienda nata e cresciuta nel territorio emiliano. Un boccione iconico, che ha varcato i confini di tutto il mondo, ma che solo a Bologna significa casa e legame. Non ha bisogno di presentazioni il simbolo per eccellenza di Fabbri 1905, re delle amarene, che quasi un mese fa ha aperto il suo primo negozio monomarca proprio nel cuore della città. "All’ombra delle Due Torri – racconta Carlotta Fabbri (nella foto sopra), rappresentante della quinta generazione al timone dell’azienda – Un progetto importante, al quale abbiamo lavorato tanto, purtroppo rallentato anche dal Covid. Siamo contenti, però, di essere riusciti a entrare nella deroga del Decreto Unesco, che ci ha permesso di aprire lo shop nel cuore del centro storico, in una zona molto prestigiosa". È proprio l’amarena sulla torta, insomma, il piccolo punto vendita che propone i circa 1.400 prodotti retail di Fabbri 1905 ai bolognesi e non solo, offrendo ampio spazio anche ad alcune opere del Premio Fabbri per l’Arte. Nello store, infatti, tra le pillole di bellezza artistica e culturale ci sono ben dodici vincitori del premio. Tra questi, l’iconico acrilico su tela del Carosello di Fabrizio Passarella.
"Siamo riusciti a realizzare ciò che avevamo in mente - continua Fabbri -, condividendo le nostre opere con i cittadini e i visitatori. E l’entusiasmo dei bolognesi e dei clienti ci sta ripagando la fatica. L’offerta produttiva è al completo ed è interamente made in Bologna". Un attaccamento al territorio molto forte, che si connette alla storia dell’azienda a conduzione familiare, nata con l’amarena. "Un prodotto innovativo, capace di potersi abbinare con il dolce e con il salato - spiega Fabbri -. Questa è la missione della quinta generazione: proporre l’amarena come ingrediente adatto a ogni momento di consumo, che coinvolge tutte le generazioni, dalle quali è molto apprezzato". L’ampio consumo, tra curiosi e clienti abituali, coinvolge davvero tutto il mondo, perché "contiamo dieci sedi a livello globale", tra l’America, l’Oriente e l’Europa. Tutto questo è possibile grazie "agli italiani nel mondo, che cercano la loro tradizione e le radici ovunque - sottolinea Fabbri -. Questo ci ha permesso prima di esportare e poi di espanderci, come in Argentina con il gelato". Poi, ci sono testimonial d’eccezione come Lidia Bastianich, ma ciò che brilla di più è il prodotto, "di qualità, che non è mai cambiata ed è sempre rimasta immutata". E questa cornice di merito e tradizione premia a pieno la storia più che centenaria dell’impresa di Fabbri 1905, che ha chiuso il 2022 con 100 milioni di euro di fatturato, segnando una crescita del 20%.
E l’anno appena trascorso, il 2023, ha maggiormente rimarcato il valore dell’azienda. "Nel 2023 abbiamo superato un nuovo record - afferma la rappresentante della quinta generazione -, che è frutto dell’aumento di volume e non del rincaro dei prezzi. Siamo cresciuti". Lo staff di Fabbri 1905 conta 250 persone, il 50% delle quali è donna. Non è una novità nel mondo di Fabbri, dove "le donne hanno sempre contato come gli uomini - dice Fabbri -. L’attenzione alle lavoratrici femminili è sempre stata alta. Per promuovere la figura della donna imprenditrice, quindi, c’è da cambiare il sistema che le ruota attorno". Ora il focus dell’azienda è sulla nuova apertura, ma c’è già qualcosa che bolle in pentola. "Stiamo ragionando su nuovi progetti - continua Carlotta Fabbri -. Tra gli obiettivi della quinta generazione c’è la volontà di seguire la nostra tradizione, come quella di continuare ad andare d’accordo: ognuno di noi ha spazio per esprimersi, facendo un passo indietro quando c’è bisogno". Oltre a questo, la quinta generazione è concentrata sul percorso legato all’innovazione e alla sfera tecnologica. "Un altro capitolo importante è l’innovazione, che segue anche determinate materie prime, come il mondo dei coloranti naturali - precisa l’imprenditrice -. In campo tecnologico, invece, ci stiamo occupando della digitalizzazione dei nostri servizi, in particolare nell’ambito amministrativo". Alcuni prodotti seguono già questa strada, con un qr-code che permette al consumatore di leggere le ricette e gli ingredienti. E, per concludere, presto Fabbri 1905 aprirà le porte della sede a Borgo Panigale con un museo che racconta, tramite pezzi unici, la storia e l’identità dei maestri delle amarene. Un assaggio del percorso, oltre ai liquori Primo Maggio e Carducci, l’iconico boccione, copiato da tanti, ma eternamente ineguagliabile.
L’impegno di Fabbri 1905 va oltre il confine nazionale, e uno dei nuovi passi va in direzione ambientale, toccando le terre dell’America Latina, dell’Africa e dell’Oceania. L’azienda, infatti, con la Foresta Fabbri, realizzata in collaborazione con Treedom - realtà che permette di piantare alberi a distanza, ha piantato 1.800 alberi, tra cui arancio, caffè, anacardo, banano, mangrovia e alloro, nei luoghi oltreoceano. Un progetto a tutela dell’ambiente, che permetterà di assorbire in dieci anni quasi 450 tonnellate di Co2, e che, in più, offrirà sostegno e lavoro alle comunità locali. A prendersi cura degli alberi saranno comunità di contadini, che li pianteranno insieme alle proprie colture annuali, come mais o fagioli, per diversificare le proprie fonti di approvvigionamento alimentare e di reddito potenziale e apportare benefici al suolo e all’ambiente. E anche in questo caso, a rendere onore al progetto green è proprio l’originale Amarena Fabbri, con una speciale etichetta, di grande impatto visivo, sui vasi da 600 grammi.