CHISSÀ SE ANCHE IL TERRITORIO abbia aiutato, ricco com’è, in questo angolo di Lombardia, di grande spirito imprenditoriale. Delle aziende nate nel Bresciano sono molte quelle che oggi rappresentano un fiore all’occhiello del tessuto imprenditoriale italiano. Gefran, che fin dalle sue origini opera nel settore dell’automazione industriale, è una di queste, legata al territorio, alle persone e alle competenze che nel corso del tempo si sono consolidate. La sua storia parte da lontano: inizialmente officina per la realizzazione di quadri elettrici per costruttori di macchine per lo stampaggio della plastica, è stata fondata negli anni ’60 dall’estro creativo di Ennio Franceschetti e da suo ratello Giacomo a Provaglio d’Iseo, il loro paese d’origine, dove ancora oggi si trova la sede principale. Grazie a una visione sempre lucida e innovativa, Ennio ha guidato la società per oltre cinquant’anni, conducendola in un percorso di crescita e internazionalizzazione che ha visto l’azienda stringere forti e proficue relazioni con il tessuto universitario, quotarsi alla Borsa Valori di Milano, ed espandersi in Italia e all’esterno. Oggi Gefran è una multinazionale guidata dai tre figli del fondatore, Maria Chiara, Giovanna e Andrea Franceschetti.
I tre fratelli hanno lavorato insieme al padre Ennio per oltre venticinque anni, accrescendo il proprio ruolo nel corso del tempo fino ad entrare nel cda, per poi proseguire l’opera del fondatore e consolidare la posizione di leadership dell’azienda, che vanta un giro d’affari annuo di oltre 134 milioni di euro (dato bilancio 2022), operando nella progettazione, produzione e commercializzazione di sensori e di sistemi e componenti per l’automazione e il controllo dei processi industriali. "Il nostro è ancora oggi un family business, dove il controllo della società è in capo alla nostra famiglia tramite una finanziaria che detiene il 53% delle azioni, mentre il restante 47% è flottante sul mercato con la presenza di alcuni fondi", precisa Maria Chiara Franceschetti, presidente di Gefran. "I miei fratelli e io rappresentiamo la seconda generazione della famiglia alla guida di Gefran e operiamo in continuità con quanto realizzato da nostro padre, attraverso un assetto frutto di un disegno di governance chiaro, con l’obiettivo di garantire una crescita sostenibile della società, che possa generare valore per tutti i nostri stakeholder".
Le dimensioni dell’azienda?
"Contiamo circa 660 collaboratori, di cui oltre 420 in Italia, nelle sedi di Provaglio di Iseo e Trento, e operiamo su scala globale attraverso otto siti produttivi distribuiti in Italia, Svizzera, Stati Uniti, Brasile e Cina, e 13 organizzazioni commerciali".
Qualche dato economico?
"Abbiamo chiuso il terzo trimestre di quest’anno con profitti che hanno superato i 100 milioni di euro, in linea con il 2022, e un utile netto a 9,5 milioni di euro, in crescita rispetto all’anno precedente. Un risultato non banale dato un contesto macroeconomico critico e in continua evoluzione".
Appunto: come ha fatto il Gruppo a ottenere questi risultati in anni caratterizzati da pandemia, guerre e aumento dell’inflazione?
"Il momento di estrema incertezza e complessità, iniziato con la pandemia, si sta protraendo anche ora in altre forme, con impatti sulle nostre vite e, di conseguenza, sul mondo del business. Pensiamo ad esempio alle interruzioni alla catena di fornitura avvenute nel 2020 o alla più recente crisi della supply chain o, ancora, all’attuale rallentamento sul fronte della domanda. In questo contesto estremamente difficile, la nostra capacità di garantire la continuità di business, di innovare e di rispondere concretamente alle esigenze prima che emergano è un elemento chiave per supportare i nostri clienti e per acquisirne di nuovi".
In che modo ci riuscite?
"Siamo in grado di farlo grazie principalmente grazie a due fattori: l’elevata integrazione verticale di soluzioni e competenze, che ci permette di avere il controllo totale sul processo produttivo e che sio ntraduce in una flessibilità che ci distingue dai nostri competitor, e i forti investimenti che stiamo sostenendo sia in automazione della produzione che nello sviluppo delle competenze delle persone. In particolare, le persone sono al centro della nostra azienda fin dal principio e costituiscono il vero valore aggiunto che ci rende competitivi sul mercato".
Innovazione, flessibilità e competenze, quindi, sono i fattori per affrontare questo momento difficile?
"Sono gli asset che caratterizzano la nostra azienda fin dalla sua nascita e su cui siamo riusciti a creare un nostro personale percorso di crescita, basato sulla costruzione di know-how specialistico, flessibilità progettuale e produttiva, forte spinta innovativa e valorizzazione del talento attraverso percorsi di formazione e crescita specifici. A questi aggiungerei il concetto di sostenibilità".
Quanto è importante questo tema?
"L’agire sostenibile fa parte del Dna di Gefran e siamo convinti che il successo della nostra impresa trovi anche in questo le proprie radici. La sostenibilità ha una posizione pervasiva nella strategia, tanto che abbiamo recentemente lanciato un nuovo piano strategico di sostenibilità che è parte integrante del modello di business del Gruppo e del suo agire quotidiano. È un piano ambizioso e globale; Gefran afferma con estrema determinazione la visione secondo cui il successo economico e finanziario dei prossimi anni non può prescindere dalla gestione sostenibile delle principali risorse di cui disponiamo".
Le priorità per crescere nei prossimi anni?
"Per il medio-lungo periodo sono tre: ampliare la serie di applicazioni che possiamo coprire con i nostri prodotti, rafforzare la presenza internazionale, anche grazie alle nostre filiali, e mantenere un forte focus sull’innovazione".