"L’EMOZIONE MAGGIORE? Vedere i nostri capi indossati in occasioni speciali, come la notte degli Oscar, anche se dobbiamo mantenere il massimo riserbo sui committenti". Si può essere protagonisti del mondo della moda anche lavorando in una piccolissima impresa a Filottrano, non distante da Ancona, dove la straordinaria capacità artigiana delle donne si fonde perfettamente con macchinari intelligenti e capaci di realizzare i cosiddetti “point à jour“, vale a dire una lavorazione che richiede la sfilatura di almeno un filo di trama o di ordito e produce una leggera trasparenza in quella zona del tessuto. Luca Corinaldesi (nella foto sopra), 43 anni, amministratore del Ricamificio Filottranese realizza ricami capaci di impreziosire i vestiti dell’alta moda a livello internazionale. "Il nostro punto di forza è il ricamo artigianale – spiega – e si tratta di un ritorno al passato, ma nel segno del lusso. Il tradizionale punto croce, usato dalle nostre madri, dalle nostre nonne, è riprodotto attraverso macchine elettroniche, che utilizziamo perché c’è bisogno di evolversi. In questo modo possiamo fare vestiti per l’alta moda". Luca Corinaldesi guida una pattuglia di 11 donne, al lavoro sia con le macchine che con il tradizionale ago e filo, che realizzano un fatturato vicino al milione.
"Siamo contoterzisti puri – spiega Corinaldesi – e realizziamo parti di abiti per le grandi firme del lusso nazionale ed estero, francese in primis. Il settore sta attraversando un momento difficile perché se il super-lusso non conosce crisi e ci sono sempre persone disposte a spendere cifre altissime per un capo per una sola donna al mondo, e parliamo di somme che possono arrivare al milione di euro, diverso è il discorso per il lusso, diciamo così, medio, che invece qualche difficoltà la incontra". I più ricchi cercano sempre il massimo e il Ricamificio Filottranese è in grado di darlo sia per gli abiti sia per la calzature che, però, dopo la crisi in cui il mercato è piombato per il venir meno degli acquirenti russi, per l’azienda vale meno del 10% dei ricavi. L’azienda è stata fondata circa 40 anni fa dai genitori di Luca, Paolo e Anna Maria che all’inizio facevano loghi e poco più, ispirati dalla passione della bisnonna di Luca, la ricamatrice Maria Gabrielli. Poi iniziarono a comprare una prima macchina per il ricamo e capirono una cosa fondamentale: che con le macchine ad alta tecnologia bisognava puntare sulla qualità e non sulla quantità. Luca è entrato in azienda con il libretto di lavoro nelle estati delle superiori, con gli orari rigidi dei dipendenti. Ha preso subito confidenza con il mondo del ricamo e poi, quando rientrava dalle lezioni di Giurisprudenza a Macerata (la laurea arriverà a maggio), si immergeva nel mondo della moda.
"Poi iniziai a chiamare le ditte per avere appuntamenti e mostrare le nostre realizzazioni e per me è diventato automatico entrare in azienda senza pensare più a diventare avvocato. Ma i miei genitori mi hanno messo subito di fronte alle mie responsabilità: ‘vuoi un ruolo decisionale? Allora vai tu a parlare con le banche’ e ho sempre avuto carta bianca. Certo, non sono mancate le discussioni ma non ci sono mai stati scontri, solo dialogo, tanto dialogo". Oggi le redini dell’azienda sono in mano a Luca, ma ogni tanto un giro in azienda i genitori lo fanno. Il futuro? "Sempre all’insegna della tecnologia e della massima qualità. È questo quello che i nostri clienti ci chiedono. Del resto i macchinari aiutano, specie quelli che ricamano e possono fare due lavori contemporaneamente, paillettes e cordoncino, a cui l’azienda aggiunge il ricamo manuale.
"Oggi – spiega Luca Corinaldesi – siamo noi gli artefici dell’upgrade dei nostri software e usiamo le macchine come il prolungamento delle dita e dell’ago. Ognuno, nella nostra azienda, viene valorizzato per le proprie competenze. In ufficio ci sono le programmatrici, che spesso provengono dai licei artistici, usano i vari software come fossero pennelli e traducono le richieste, anche quelle all’apparenza più folli dei clienti, in idee creative e punti sui tessuti. Poi ci sono le ricamatrici a mano che lavorano in una sala che si affaccia sulle colline di Filottrano mentre in laboratorio, gli operatori seguono sulle macchine i vari passaggi e si dedicano a un capo per volta.
"La nostra specialità è il ricamo esclusivo – spiega Luca Corinaldesi – e oggi vanno i ricami leggeri, pizzi, tulle, decorazioni floreali e poco cariche. Noi presentiamo idee che spesso realizziamo per un solo cliente. E siamo riusciti a realizzare una gonna da 4,5 metri con un tessuto interamente realizzato a punto croce. È questo tipo di know how che le griffe ricercano ed è questo saper fare che soddisfa il settore della moda di alta classe. E la nostra emozione maggiore è quando il cliente telefona per dire che lo stilista e rimasto soddisfatto". Il sogno nel cassetto è quello di realizzare una linea in proprio anche se per il momento il cassetto rimane chiuso. "Noi facciano ricami, non abiti – conclude Corinaldesi – ma non è detto. Mai dire mai".