Giovedì 25 Aprile 2024

Licenziamenti, cade il blocco "Ma vanno evitati"

Impegno per utilizzare al massimo gli ammortizzatori. La proposta: tredici settimane di cassa Covid

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di Claudia Marin

Una lunghissima maratona negoziale a Palazzo Chigi tra parti sociali e governo come non si vedeva da anni e in serata si arriva a una intesa complessiva sui licenziamenti basata su due ulteriori capisaldi, oltre all’estensione selettiva del divieto al tessile-abbigliamento, calzaturiero e moda: il primo fondato sulla previsione della cassa Covid (e non straordinaria) per 13 settimane per le imprese con vertenze aperte al Mise, alle prefetture o presso le regioni; il secondo sull’adozione di un "avviso comune" siglato da Mario Draghi e i leader di Cgil, Cisl e Uil coi capi di Confindustria e delle altre associazioni datoriali finalizzato, ma solo come moral suasion, a impegnarsi a utilizzare tutti gli strumenti di protezione prima di ricorrere ai licenziamenti.

L’accordo raggiunto nella cabina di regia l’altro giorno prevede lo sblocco dei licenziamenti dal primo luglio prossimo per le imprese dell’industria manifatturiera e dell’edilizia. Ma, con un decreto legge ponte, il governo terrà fermo il divieto di mettere fine ai rapporti di lavoro fino al 31 ottobre per le aziende del tessile-abbigliamento, della pelletteria, del settore calzaturiero e della filiera della moda con la proroga contestuale della cassa integrazione gratuita per Covid.

I sindacati, però, contestano il ricorso ai codici Ateco per identificare le imprese del comparto. L’obiettivo è quello di allargare le maglie del provvedimento per ampliare il perimetro previsto per le imprese in grave crisi con tavoli aperti al Mise, prefetture e regioni che, esaurito ogni possibile ammortizzatore, potrebbero accedere alla Cassa integrazione gratuita per ulteriori 13 settimane a fronte dell’impegno a non licenziare. Per Cgil, Cisl e Uil, infatti, andrebbe confermato il modello Cassa Covid che prevede come le imprese, per poter accedere ai licenziamenti, debbano prima averle esaurite tutte.

Non solo. Obiettivo dei sindacati è anche quello di blindare il comportamento delle aziende escluse dalle eccezioni: un traguardo possibile solo con un accordo tra le parti, un vero e proprio avviso comune con le associazioni datoriali, Confindustria in testa, per vincolare le aziende associate "nell’utilizzo prioritario di tutti gli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente e il decreto legge in approvazione prevedono". A tarda sera l’accordo complessivo.

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