Giovedì 25 Aprile 2024

Le vacanze? Quest’estate si fanno in Italia

Ricerca Robintur: andranno in ferie 11 milioni di connazionali, sei milioni in meno che nel 2019. Nove su dieci resteranno in patria

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di Achille Perego

Fiducia in un’estate all’insegna delle vacanze italiane, con il Covid che fa meno paura grazie ai vaccini. Ma il 2021, dopo i primi terribili mesi di fermata del turismo, sarà ancora un anno dal bilancio negativo per un settore che vedrà la vera ripresa – con il ritorno degli stranieri e le partenze per l’estero – solo nel 2022. Dalla ricerca realizzata da italiani.coop per Robintur Travel Group (Coop) a quella di Federalberghi, entrambe presentate ieri, emergono luci – ma ancora qualche ombra – sull’industria del turismo alla vigilia dell’estate.

Quest’anno, secondo la ricerca di Coop-Robintur "Gli italiani e le vacanze della ripartenza", sono 11 milioni in più del 2020 (per un totale di 41 milioni, il 73%) i connazionali che dichiarano l’intenzione di andare in vacanza ma ancora 6 milioni in meno rispetto all’estate pre-Covid del 2019. Si torna in viaggio per lo più in Italia (9 su 10) e verso il mare, anche se le città d’arte iniziano una lenta risalita.

A frenare le partenze è la crisi economica, che tiene a casa il 27% mentre per chi parte la speranza (1 su 3) è di vaccinarsi in vacanza. I soggiorni saranno "disciplinati", con gli italiani non propensi, sebbene il 45% dichiara di non temere il contagio, a un "liberi tutti" e con la mascherina in valigia per 8 su 10. Tra chi andrà in vacanza, solo l’11% la farà all’estero (in testa Spagna, Grecia e Francia) e preferendo nel Belpaese Puglia, Sicilia, Toscana e Sardegna.

Se tra i giovani prevarrà il risparmio – e quindi ferie in case di parenti e amici – non tramonta il fascino dell’albergo. E se ancora le presenze degli stranieri sono lontane dai numeri pre Covid questa, spiega il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca "sarà l’estate degli italiani in Italia, siamo molto positivi sui numeri e le prenotazioni" sperando "di tornare alla normalità entro il 2022, specialmente nelle città d’arte molto sofferenti" con quasi la metà degli alberghi chiusi a Roma e camere occupate solo al 15-20% per l’assenza degli stranieri.

L’hotel, secondo la ricerca commissionata da Federalberghi in collaborazione con Cfmt a Sociometrica, vede il 70,9% degli italiani averne un ricordo forte, tanto che cerca di tornare dove è già stato e l’88,8% pensa che se non è in albergo, non è una vera vacanza. Ma l’albergo, aggiunge Bocca è anche "il luogo in assoluto più sicuro e garantito per ciò che riguarda le procedure anti contagio".

Gli alberghi hanno bisogno però anche degli stranieri e, avverte Bocca, le quarantene penalizzano l’Italia rispetto ad altri Paesi mediterranei che attraggono così russi e americani. "Basta pressapochismo italiano!", quindi con "una regola diversa ogni mattina". Del resto, come emerge dalle agenzie di viaggi Robintur, se le vendite sono ripartite per consolidare la ripresa serve l’apertura dei corridoi internazionali.

"L’evidente voglia di viaggiare degli italiani è certamente il miglior driver di crescita per il nostro settore ma purtroppo – chiosa Stefano Dall’Ara, presidente di Robintur - è ancora fortemente condizionata dai vincoli e dalle limitazioni agli spostamenti" E quindi "auspichiamo che il settore venga almeno per il 2021 ancora supportato con risorse importanti".

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