Lunedì 29 Aprile 2024

Parità di genere in azienda?. Sempre più impossibile

Parità di genere in azienda?. Sempre più impossibile

Parità di genere in azienda?. Sempre più impossibile

PARITÀ di genere nei ruoli direttivi aziendali? Un obiettivo che resta nel libro dei sogni. Sono sempre di più, infatti, le lavoratrici che ritengono irraggiungibile un equilibrio: dal 16% del 2022 al 23% del 2023, mentre si attesta al 68% la percentuale di dirigenti uomini (contro il 32% delle donne) che ritiene che l’equilibrio sarà raggiunto entro i prossimi dieci anni. È quanto emerge dalla survey realizzata da EY-Swg sul ruolo delle donne all’interno delle aziende italiane. Rispetto al 2022 è aumentato il numero di donne lavoratrici che ritengono che nelle proprie aziende ci sia un gap salariale tra uomini e donne (55%, +7% rispetto al 2022) o che ci sia uno scarto tra uomini e donne in termini di opportunità di carriera (61%, +9%). Le maggiori barriere per la crescita della leadership femminile rimangono legate alla difficoltà di conciliare lavoro e famiglia (per l’86%) e al poco spazio che gli uomini lasciano alle donne (74%). Al tempo stesso è aumentata la consapevolezza del valore della leadership femminile.

"Il nostro studio rileva che nell’ultimo anno è cresciuta del 19% tra i dirigenti, uomini e donne, la percezione che la leadership femminile consenta alle imprese di raggiungere meglio gli obiettivi aziendali – commenta Stefania Radoccia (nella foto), Tax & Law Managing Partner di EY in Italia – Mai prima d’ora vi è stata così tanta consapevolezza nel mondo aziendale della necessità e dei benefici di sostenere e promuovere le donne nel corso della loro carriera lavorativa. Tuttavia, la percentuale di donne che ricoprono ruoli dirigenziali rimane ancora contenuta: le donne nei cda delle società italiane hanno raggiunto il 43% alla fine del 2022, ma sono pochissime le presenze femminili ai vertici, nel 2% dei casi amministratrici delegate e nel 4% presidenti".

Nell’ultimo anno sono cresciute la percezione che un’azienda al femminile possa essere più efficace nel raggiungimento dei propri obiettivi e la consapevolezza da parte delle lavoratrici delle condizioni di discriminazione presenti sul mondo del lavoro. Ciò si traduce in un peggioramento della percezione che le lavoratrici e le dirigenti hanno dei servizi di promozione dell’equità di genere presenti nella propria realtà lavorativa: la quota di donne che ritiene che nella propria azienda siano favoriti i congedi parentali per gli uomini e siano promosse la formazione e la crescita professionale delle donne è in calo rispettivamente di 9 e 8 punti percentuali. Sul fronte maschile, invece, i dirigenti tendono a ritenere presenti servizi per la promozione dell’equità di genere in misura più che doppia rispetto alle dirigenti donne: il 58% degli uomini ritiene che in azienda sia presente una struttura che si occupa dell’inclusione delle donne, contro il 23% delle dirigenti.

In aumento anche la percentuale di dirigenti (sia uomini sia donne) che ritiene la promozione di più donne in posizione di leadership un impegno da assumersi, ma non una priorità (46% delle donne contro il 36% del 2022; 60% degli uomini contro il 49% dello scorso anno). Di particolare rilievo anche il dato che mostra come oggi le donne fatichino a sentirsi libere all’interno del contesto lavorativo, con il 59% delle intervistate che ritiene il modello organizzativo della propria azienda più un elemento di vincolo che di libertà. Il lavoro diventa così il contesto in cui una donna si sente meno libera, con una responsabilità forte dei superiori, considerati un sostanziale ostacolo alla libertà e alla realizzazione individuale da circa una lavoratrice su quattro.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro