Lunedì 29 Aprile 2024

Esauriti e insoddisfatti. Italiani allergici alla carriera

Esauriti e insoddisfatti. Italiani allergici alla carriera

Esauriti e insoddisfatti. Italiani allergici alla carriera

ESAURITI e insoddisfatti. Per questo la maggioranza dei lavoratori italiani non ritiene la carriera prioritaria e si trova a gestire quotidianamente lo stress di un lavoro che non piace. Solo tre persone su dieci, infatti, si dichiarano pienamente soddisfatte della propria posizione lavorativa e circa una su due si sente abbastanza apprezzata e stimata sul posto di lavoro, evidenzia una ricerca firmata Maw, l’agenzia per il lavoro e parte di W-Group, condotta su un campione di oltre 2.600 lavoratori con l’obiettivo di indagare bisogni, desideri e priorità dei lavoratori italiani in un momento di grandi sfide per il settore, e per fornire alle imprese uno strumento utile ad affrontare l’incremento del mismatching tra domanda e offerta di lavoro. Gli intervistati, 46% uomini e 50% donne (4% preferisce non dirlo), hanno un’età media di 37 anni, prevalentemente lavorano da almeno un anno (88%) e provengono dai settori più svariati: metalmeccanica, alimentare, servizi, commercio, chimica, gommaplastica, Pubblica Amministrazione, trasporto e multiservizi.

"Dall’analisi emerge che i lavoratori non cercano solo un posto di lavoro, ma qualcosa di più – spiega Federico Vione (nella foto), ceo di Maw e W-Group – ed è fondamentale per le aziende chiedersi se i propri dipendenti si sentano quindi sufficientemente coinvolti nei processi di crescita aziendale. Leggendo i dati, infatti, prendiamo atto che la carriera viene dopo la vita personale nella scala delle priorità e per quasi la metà del campione non è un aspetto di primaria importanza. I lavoratori coinvolti ci hanno raccontato, poi, l’importanza dell’aspetto salariale, che continua a essere al primo posto quando si cambia lavoro, ma anche del benessere sul luogo di lavoro: più di sei persone su dieci non lasciano i datori di lavoro che sanno valorizzarli e un buon rapporto con i colleghi è determinante nella scelta di non lasciare il proprio posto di lavoro".

Vanno sostanzialmente nella stessa direzione i risultati di un’altra indagine, svolta da GoodHabitz – la piattaforma internazionale per la formazione aziendale – secondo cui in Italia il 70% della forza lavoro è alle prese con stress e burnout e il 13% dichiara di averli sperimentati in modo molto forte. Lo studio, che ha coinvolto 24mila dipendenti a livello globale e circa 1.300 intervistati nel nostro Paese, ha fornito una chiara lettura sui vari aspetti che contribuiscono al benessere dei dipendenti, rivelando alcuni interessanti dati e sottolineando una preoccupante lacuna nella comunicazione tra dipendenti e manager in materia di salute psichica: il 70% dei lavoratori italiani sperimenta stress e burnout (stato di esaurimento emotivo, fisico e mentale), ma solo il 50% ne discute apertamente con i propri manager. Quattro dipendenti italiani su cinque vedono una correlazione tra la felicità sul lavoro e l’impatto sul loro benessere generale, mentre il 76% pensa che lo sviluppo personale potrebbe aumentare la felicità sul lavoro.

"I dati parlano chiaro – commenta Paolo Carnovale, country manager di GoodHabitz – La crisi silenziosa messa in atto dalla metà delle risorse è un fenomeno iper-diffuso a livello culturale su cui non si può chiudere un occhio. Diventa allora essenziale per i manager delle aziende investire nella crescita personale, aiutando ogni risorsa a raggiungere il proprio potenziale e costruendo così un ambiente di lavoro sano e positivo".

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