Giovedì 25 Aprile 2024

"I posti non si creano per decreto". Furlan: Paese fermo, Renzi investa

La segretaria Cisl: non è questione di decimali, manca la crescita

Il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan (Ansa)

Il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan (Ansa)

Milano, 7 agosto 2015 - CHE COSA pensa il segretario della Cisl della guerra sui numeri della disoccupazione? C’è troppa «confusione», come sostiene il presidente dell’Istat?

«Credo che le polemiche siano inutili. Il problema non sono i decimali in più o in meno sulle statistiche sull’occupazione ma il fatto di avere 3,5 milioni di disoccupati, la metà dei quali giovani. Un dramma a cui dare subito risposte e speranze», sbotta Annamaria Furlan, leader sindacale della Cisl.

È vero che l’Italia è un Paese in ripresa, ma senza lavoro?

«Ce lo ha ricordato il Fmi. Per recuperare i livelli occupazionali ante-crisi di questo passo impiegheremo almeno vent’anni».

Il passo non è stato accelerato dal Jobs Act?

«È stato uno strumento positivo per la stabilizzazione dei precari. Ma creare posti di lavoro è un’altra cosa e purtroppo non si creano attraverso le regole del mercato del lavoro».

Come si può far ripartire l’occupazione, allora?

«Mettendo nell’agenda del governo, come ripetiamo da mesi, al primo posto la parola crescita. Più volte abbiamo chiesto a Renzi di fare un patto con noi e la rappresentanza delle aziende per questo».

Intanto strumenti come la Garanzia giovani, bocciata anche dal presidente dell’Istat, non sembrano funzionare molto.

«Vero, perché si tratta sempre di interventi molto parziali. Per trovare lavoro devo prima crearlo. Piuttosto sarebbe urgente rivedere la legge Fornero, la peggiore e perversa riforma previdenziale europea, che obbliga a lavorare fino a 67 anni precludendo a tanti giovani l’occupazione e costringendoli a cercarla all’estero».

Sembra però che le vostre richieste siano inascoltate, col governo impegnato su altri fronti...

«Tutto è importante nella vita di un Paese, ma quando non ci sono né crescita né nuovi posti di lavoro, il resto diventa secondario».

Renzi a settembre deve darsi una mossa?

«Le proposte sono state fatte, attendiamo le risposte».

Quali?

«Innanzitutto investire, cominciando dalle infrastrutture, sul Sud che si sta disertificando. Ed è scandaloso che non vengano utilizzati tutti i fondi europei: un insulto a chi, nel Mezzogiorno, attende la crescita».

Secondo?

«Investire in ricerca e innovazione, oltre alle infrastrutture materiali e immateriali. E sulla formazione, perché la ripresa dell’Italia si basa sulla qualità del prodotto e del lavoro».

Renzi ha rilanciato i tagli fiscali partendo dalle tasse sulla casa. Siete d’accordo?

«Togliere le tasse sulla prima casa di chi l’ha comprata con sacrifici è sacrosanto, ma la prima casa non va confusa con ville e castelli. Detto questo, la priorità è rendere più pesanti le buste paga dei lavoratori e le pensioni. Il 2 settembre presenteremo alla Camera le centinaia di migliaia di firme che abbiamo raccolto a favore della nostra proposta di legge di riforma fiscale, che prevede sgravi di mille euro per lavoratori e pensionati con un reddito lordo inferiore a 40mila euro».

I soldi per questo taglio delle tasse dove si trovano?

«Facendo una lotta seria contro l’evasione fiscale e quindi anche la corruzione. Lotta che si fa non con i blitz a Cortina, ma estendendo, come avviene già per l’edilizia, il cosiddetto contrasto d’interessi. In America, dove tutte le spese sono scaricabili dalle imposte, non c’è evasione. Perché non dovremmo copiare un sistema che funziona?».

Le risorse dovrebbero arrivare anche dalla spending review?

«Certo, ma i tagli agli sprechi continuano a essere sbandierati però finora se ne sono visti pochi. Se si facessero, servirebbero anche come risorsa per rinnovare i contratti pubblici sulla base della produttività».

La produttività è anche quella richiesta dall’Electrolux per lavorare in agosto. Ma gli operai non sembrano d’accordo...

«Non entro nel merito di questa vicenda ma come Cisl, nella proposta di riforma del modello contrattuale, abbiamo inserito anche una maggiore flessibilità, retribuita, nella contrattazione aziendale e territoriale di secondo livello. Che deve essere incentivata con la detassazione che speriamo venga prevista dalla Finanziaria».

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