Roma, 27 settembre 2024 – Le piccole e medie imprese fanno sempre più fatica a trovare professionalità green per seguire e gestire la transizione verde. All’appello mancano 828.310 lavoratori con elevate competenze green, il 51,9% del totale della manodopera richiesta con queste caratteristiche. A metterlo in evidenza una rilevazione che Confartigianato ha presentato oggi durante la 20° edizione della convention ‘Energies and Transition Confartigianato High School’, organizzata in collaborazione con i suoi Consorzi energia Caem, CEnPI, Multienergia. L’evento, in corso a Chia (Cagliari) è un’occasione per fare il punto sulle strategie per sostenere artigiani e piccole imprese nel risparmio sui costi di elettricità e gas, anche puntando su efficienza e sostenibilità ambientale. Secondo lo studio di Confartigianato, la carenza di personale specializzato frena la transizione green delle aziende anche in Europa. Infatti, il 38,9% delle Pmi dell’Ue indica che la scarsità di competenze green impedisce all'impresa di essere più sostenibile per l'ambiente, con un’accentuazione per Francia (44,9%) e Italia (42,9%) rispetto a Germania (39,4%) e Spagna (34,8%). E proprio in Italia, lo scorso anno, i piccoli imprenditori non sono riusciti a trovare il 51,9% di 1.596.220 lavoratori esperti di risparmio energetico e di riduzione dell’impatto ambientale di cui prevedevano l’assunzione. Il fabbisogno di personale con competenze green è più alto tra le piccole imprese: riguarda il 45,8% dei lavoratori richiesti, oltre dieci punti in più rispetto al 35% delle imprese medio-grandi. A livello settoriale, la difficoltà di reperimento di personale maggiormente qualificato in tematiche ambientali è più alta nelle costruzioni, con il 62%, seguite dal manifatturiero (53,1%) e servizi (49,7%). L’analisi regionale mostra la maggiore carenza di lavoratori con elevate competenze green in Trentino-Alto Adige (64,6% di personale introvabile sul totale richiesto dalle Pmi con queste competenze), seguito da Friuli-Venezia Giulia (59,3%), Umbria (57,7%), Veneto (56,9%), Liguria (56,2%), Emilia-Romagna (55,5%), Piemonte e Valle d'Aosta (55%), Lombardia (54,1%), Abruzzo (53,6%), Toscana (52,4%) e Basilicata (52%). Tre le province, la più alta difficoltà di reperimento di tali lavoratori si riscontra nella Provincia Autonoma di Bolzano (66,8% di lavoratori green irreperibili sul totale necessario alle aziende), seguita da Valle d'Aosta con il 64%, Lecco con il 63,2%, Como e Pordenone, entrambe con il 62,6%, Provincia Autonoma di Trento con il 62,1%, Cuneo con il 61,8%, Gorizia con il 61,1%, Monza e Brianza e Pavia, entrambe con il 60,6% e Vicenza e Varese, entrambe con il 60,1%. “Non possiamo permetterci – sottolinea Marco Granelli, Presidente di Confartigianato - di lasciare scoperti centinaia di migliaia di posti di lavoro fondamentali per aumentare il tasso di occupazione, soprattutto giovanile, e strategici per costruire il futuro green del Paese. La transizione energetica e ambientale si realizza anche con nuove politiche formative, con un rapporto più stretto tra scuola e imprese, per preparare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro con le competenze adatte e a rispondere alle nuove esigenze delle imprese sempre più orientate alla tutela dell’ambiente”.
EconomiaConfartigianato: introvabili 828mila lavoratori green, frena la transizione verde delle piccole e medie imprese