Venerdì 26 Aprile 2024

La sfida digitale di Azimut Affari con Bezos

Il gruppo di Giuliani investe 5 milioni negli Usa. Il private HighPost è della famiglia di mister Amazon

Pietro Giuliani, 64 anni,. è il presidente di Azimut, società che ha rilevato nel 2002

Pietro Giuliani, 64 anni,. è il presidente di Azimut, società che ha rilevato nel 2002

È sempre andato di corsa. Come una delle sue passioni, oltre al lavoro e alla musica. E di corsa Pietro Giuliani, l’ingegnere che nel 1985 decise di cambiare mestiere lasciando il mondo dei motori (Iveco) per quello delle banche (Fideuram), ha condotto Azimut. Quello che, nato nel 1989 e acquisito nel 2002 con un management buy out dall’ingegnere – come lo chiamano i suoi collaboratori – è oggi il principale gruppo italiano indipendente nel risparmio gestito con quasi 70 miliardi di masse totali. Prima società italiana di asset management andata alla conquista dell’estero, dall’America all’Asia, e prima al mondo a entrare negli investimenti alternativi con Azimut Token.

La nuova sfida lanciata ieri da Giuliani (presidente) e dagli ad Gabriele Blei e Giorgio Medda, insieme con l’annuncio dell’accordo con il family office della famiglia Bezos (Amazon). Attraverso la controllata americana Azimut Alternative Capital Partners verrà infatti acquisito il 12,5% (con opzioni per salire al 24,9%) di HighPost Capital, società di private equity fondata da David Moross e Mark Bezos, fratello di Jeff, che investe nel settore consumer. Al tempo dei tassi zero, per dare ai clienti un rendimento dell’8%, oltre a investire il 35% delle masse in mercati emergenti, l’aspirazione è di arrivare al 15% sui prodotti alternativi.

Il token (5 milioni) lanciato da Azimut insieme con la svizzera Sygnum permetterà di trasformare, grazie alla tecnologia blockchain, investimenti solitamente illiquidi (debiti Pmi) in investimenti liquidi. I security token, parenti dei Bitcoin e che nel 2026 dovrebbero raccogliere sui mercati 70 miliardi di dollari, sono nel caso del token Azimut cartolarizzazioni digitali di un asset finanziario per investire nel credito alternativo e permettono di rendere meno costosi e più democratici gli investimenti in economia reale.

Azimut conta poi entro il 2025 di erogare 1,2 miliardi di finanziamenti tramite il progetto Banca Sintetica, mentre sui digital asset vede l’avvio di due nuovi fondi che investono in società fintech o blockchain-driven. Passi importanti per il risparmio gestito dell’Italia, dove Azimut vuole restare indipendente. Anche se negli ultimi anni – dopo il +350% dall’Ipo del 2004 – la Borsa non sembra essersi accorta dei record della società.

 

 

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