Mercoledì 24 Aprile 2024

Italiani a tutta birra senza stagioni Consumi in crescita anche in inverno

I dati dell’associazione produttori

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Dissetante d’estate, ma sempre più apprezzata anche nei mesi freddi. La birra in Italia prosegue il suo trend di crescita. A fotografare l’evoluzione dei consumi è l’ultima edizione di AssoBirra Monitor, il report redatto da AssoBirra, che rappresenta più del 90% della produzione nazionale e il 71% di birra immessa al consumo nel nostro Paese con 140.000 addetti. L’indagine registra un +2,2% negli ultimi sei mesi del 2019 rispetto al secondo semestre 2018. Gli aumenti hanno riguardato sia i mesi più caldi, con un aumento del 7% a luglio, tradizionalmente il mese con il maggior consumo di birra in Italia; sia quelli più freddi, con una crescita dell’1,5% a dicembre. "Questi risultati – commenta Michele Cason, presidente AssoBirra – si devono a un settore che si è caratterizzato negli anni per la presenza, da un lato, di una moderna filiera agricola e, dall’altro, di un tessuto imprenditoriale e produttivo che ha investito nel Paese e in un’innovazione sempre più sostenibile".

I consumi in Italia hanno sfondato i 20 milioni di ettolitri con una produzione nazionale che ha superato i 16 milioni di ettolitri. I dati indicano che il 77% degli italiani beve birra, il 77% delle donne e il 48,3% dei consumatori la beve in abbinamento al cibo. Il consumo pro-capite è di 33,6 litri nel 2018, in Europa siamo al 25° posto; i più forti bevitori sono i cechi (141 litri), gli austriaci (107 litri), i tedeschi (102 litri) e i polacchi (100 litri). In Italia, decimo paese in Europa per produzione (primi produttori sono Germania e Polonia), sono presenti oltre 7 mila etichette.

Di rilievo la crescita della birra artigianale con una quota di mercato superiore al 3%, 550 mila ettolitri prodotti e oltre 850 impianti in funzione. Recentemente è stato presentato da Coldiretti un marchio "da filiera agricola italiana" per tutelare la birra artigianale made in Italy e garantire l’origine delle materie prime, dal luppolo all’orzo fino alla lavorazione. Il Consorzio Birra Italiana, costituito ad hoc, raggruppa 5 soci (Baladin, Marco Farchioni del birrificio Mastri Birrai Umbri, Giorgio Maso del birrificio dell’Altavia, Vito Pagnotta del birrificio agricolo Serro Croce e Giovanni Toffoli della Malteria Agroalimentare Sud) con 12 aziende aderenti per una produzione di 58 mila ettolitri (10%-11% della produzione italiana). Lo sviluppo di una filiera agricola è decisiva per ridurre l’import di materia prima dall’estero: importiamo il 60% del malto e quasi il 100% del luppolo. "La domanda – dice Coldiretti – è diventata negli anni sempre più raffinata con una sempre maggiore attenzione per l’origine delle materie prime e la ricerca di varietà particolari, dalla birra aromatizzata alla canapa a quella pugliese al carciofo ma c’è anche quella alle visciole, al radicchio rosso o al riso". Roma e Milano, assieme alla loro provincia, rappresentano quasi il 20% delle vendite totali di birra nel canale moderno (Super+Iper) per un valore totale di 1,3 miliardi di euro nel 2018.

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