Mercoledì 24 Aprile 2024

Tornano i buyer stranieri: BolognaFiere volta pagina

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"Questa volta non dico nulla", è l’approccio scaramantico del direttore generale di BolognaFiere, Antonio Bruzzone, sulla tenuta del ritorno alla normalità pre-pandemica che le expo italiane stanno vivendo. Ma, cabale a parte, la via tracciata pare davvero quella giusta, tra i contagi in calo, il recente via libera ai buyer stranieri seguito all’equiparazione dei vaccini extraeropei a quelli comunitari e il successo di una vetrina come Expo Dubai che ha rimesso sotto i riflettori del mondo le capacità del settore fieristico italiano. Soprattutto, però, a far ben sperare Bruzzone è il fatto, "da rivendicare con orgoglio", che "gli eventi in calendario solo a Bologna, nel 2022, saranno 40, contro i 34 del 2018". E il delta positivo di un confronto che "non va fatto sul 2019, ma sul precedente anno pari, perché molte delle nostre fiere sono di carattere biennale" nasce, per il direttore, proprio "dal lavoro di paziente tessitura svolto durante l’ultimo biennio di chiusure forzate".

Per attirare sotto le Due Torri, da un lato, nuove fiere soffiate ad altri player o frutto di "nuovi rapporti costruiti con altri organizzatori", dal mondo delle lavorazioni dell’alluminio incarnato da Metef alle rinnovabili della kermesse Water&Energy, passando per l’elettronica di E-Tech. E, dall’altro, per rinverdire anche il proprio calendario, con la messa a punto delle prossime edizioni rivedute e rinnovate di SanaTech e Slow Wine, la prima dedicata al lato tecnologico del mondo del benessere e la seconda all’anima ecosostenibile del settore vitivinicolo. Quindi, sostanzialmente, "la sofferenza è solo, se così si può dire, quella conclamata degli ultimi bilanci", mentre la vivacità del prossimo futuro, scongiuri a parte, "è già scritta nero su bianco".

Questo anche se, al netto delle "prenotazioni degli espositori già garantite, che riporteranno le dimensioni dei prossimi appuntamenti a quella di un tempo", sul fronte presenze "qualche incognita legata a possibili chiusure delle frontiere e alla semplificazione degli ingressi, visti i tempi, non può non essere considerata". Poi, certo, "i cinesi al Cosmoprof non potranno fisicamente arrivare né come professionisti né come visitatori", ma, visto che quasi tutti gli altri ci saranno, "siamo ormai abbastanza pronti per farcene una ragione". Il grande successo, cinesi o non cinesi, del resto è proprio la possibilità del ritorno in presenza della stragrande maggioranza di chi le frequentava prima della pandemia.

Perché, è la considerazione finale di Bruzzone, "i webinar erano, e resteranno anche in futuro, uno strumento utile ma comunque ancillare". E, dai mesi del Covid, BolognaFiere ha certamente imparato a "utilizzare in modo più efficiente queste tecnologie" e pure a "puntare su allestimenti più ariosi e meno congestionati". Ma quel ritorno ai fatturati pre-pandemici e quel superamento dei 200 milioni di ricavi che "da business plan, prevediamo entro il 2024" passerà ancora, più che dalle videoconferenze, dal riempimento dei padiglioni di via Michelino.