Venerdì 10 Maggio 2024

Strade e batterie: il futuro è green grazie al grafene

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È UNO DEI MATERIALI più sottili al mondo, costituito da un solo strato di atomi di carbonio. Eppure, potrebbe rivelarsi un ingrediente fondamentale per la transizione ecologica. Sono passati meno di vent’anni da quando, nel 2004, il grafene è stato isolato per la prima volta da due scienziati russi dell’Università di Manchester. Oggi questo materiale è considerato uno dei più versatili e ha trovato tantissime applicazioni: asfalti, tessuti, mascherine, assorbimento del petrolio. Non solo: in futuro il grafene potrebbe far compiere un salto di qualità anche alle batterie elettriche.

In Italia, una delle aziende leader nella produzione e fornitura di prodotti a base di grafene è Directa Plus, con sede a Lomazzo, in provincia di Como. "Il nostro processo di produzione è unico al mondo e ha ottenuto 46 certificati di non tossicità – precisa Giulio Cesareo (nella foto a destra), fondatore e Ceo dell’azienda –. Questo perché la nostra tecnologia non utilizza alcuna sostanza chimica per realizzare le nanopiastrine di grafene: ci affidiamo solo a processi fisici". Directa Plus, che impiega circa 200 dipendenti (65 in Italia, il resto in Romania), ha ottenuto anche l’approvazione di 72 brevetti per prodotti a base di grafene, a cui se ne aggiungono altri 28 ancora in fase di revisione. "Questo materiale ha caratteristiche davvero uniche – assicura Cesareo –. Siamo partiti lavorando per il tessile. Oggi, invece, sono le bonifiche ambientali che ci garantiscono la quota più rilevante dei ricavi".

Uno dei prodotti più richiesti è Grafysorber, una tecnologia che permette di recuperare il petrolio sia in caso di sversamenti accidentali in mare sia per contenere le perdite nei processi produttivi. Nelle scorse settimane, Directa Plus ha firmato un accordo con Reda Energy, che utilizzerà il prodotto a base di grafene per ripulire il Mare del Nord. "Il nostro metodo è almeno cinque volte più efficace delle altre tecnologie di assorbimento degli idrocarburi – commenta Cesareo –. Grafysorber è un prodotto sostenibile, riutilizzabile e ha tantissimi vantaggi sia economici che ambientali". Ad aprile, la tecnologia messa a punto da Directa Plus ha ricevuto l’autorizzazione ufficiale anche dell’Epa, l’Ente per la protezione ambientale degli Stati Uniti, aprendo all’azienda comasca le porte del mercato americano. Un altro campo in cui il grafene ha dato ottimi risultati è l’asfalto. "Abbiamo creato un additivo che triplica la vita delle strade e riduce la possibilità che si creino delle buche – spiega il fondatore di Directa Plus –. Il grafene fa sì che lo strato superficiale non diventi molle e non ceda". La tecnologia a base di grafene è già stata largamente sperimentata in Inghilterra, dove potrebbe trovare un’applicazione sulle piste di atterraggio degli aeroporti, che proprio in queste settimane sono state chiuse per alcuni cedimenti dell’asfalto.

A livello globale, oggi il mercato del grafene vale circa 100 milioni di dollari all’anno. La vera svolta, però, potrebbe arrivare nel campo dell’energia. Sono in corso, infatti, alcuni studi per testare l’efficacia del grafene e dello zolfo, in sostituzione delle terre rare, nelle batterie elettriche. "Ci stiamo lavorando insieme a un’azienda americana ed entro 2 o 3 anni questi prodotti potrebbero già essere sul mercato – rivela Cesareo –. I vantaggi di queste nuove batterie sono molti: costano meno, non prendono fuoco e hanno una densità energetica maggiore". Sarà anche per questo che nel 2030, secondo alcune stime, il mercato globale del grafene potrebbe essere anche di 15 volte superiore al valore attuale.