Venerdì 26 Aprile 2024

Quando Brugola inventò la sua vite

È CELEBRE COME UNA STAR di Cinecittà. Alla fine degli anni Novanta è diventata addirittura un oggetto cult grazie ad Aldo, Giovanni e Giacomo, che l’hanno portata sulla scena in "Tre uomini e una gamba". Eppure stiamo parlando di una semplice vite, o meglio della "vite a testa cava esagonale con gambo a torciglione", conosciuta da tutti come brugola. In pochi sanno che il suo nome deriva direttamente da chi l’ha inventata: Egidio Brugola, nato a Lissone nel 1901. Un uomo dalle grandi capacità inventive ed imprenditoriali, descritto come un genio della meccanica, che a soli 25 anni aprì la sua azienda - la Officine Egidio Brugola - dove si producevano e si producono ancor oggi dadi, rondelle, grani e viti.

La svolta arriva nel 1945, quando Egidio Brugola brevetta la vite che ha rivoluzionato il sistema di fissaggio prima in Italia e poi nel resto del mondo. Negli anni precedenti Egidio osserva le "Allen keys and screw", viti a testa cava esagonale diffuse negli Stati Uniti e brevettate nel 1910, le studia in profondità e le migliora. Inventando, appunto, la vite a brugola: una vite in grado di assicurare una particolare elasticità e una maggiore resistenza, garantendo un serraggio perfetto anche in situazioni critiche. Esattamente come richiesto dal settore automotive, visto che nelle vetture a motore le viti ricevono sollecitazioni fortissime che devono essere in grado di gestire. Oggi Brugola O.E.B. Industriale., sotto la guida di suo nipote Jody Brugola, è leader di mercato nella produzione di componenti di fissaggio per il settore automotive.

Nelle sue quattro sedi produttive a Lissone, in provincia di Monza e Brianza, e nello stabilimento del Michigan negli Stati Uniti vengono prodotte ogni giorno 7 milioni di viti per un fatturato che raggiungerà i 125 milioni di euro nel 2023. La Brugola O.E.B. Industriale esporta oggi il 100 per cento della produzione. E rappresenta una "celebrazione permanente" di quella capacità di innovazione di prodotto, che nel secondo Dopoguerra gli imprenditori italiani hanno insegnato al mondo.

Francesco Delzio