Venerdì 26 Aprile 2024

Blu Yachts punta la prua verso Polonia ed Est Europa

IL MADE IN ITALY della nautica salpa in direzione dell’Est, dove un sempre più diffuso benessere ha creato una nuova classe di ricchi che identificano nel possesso dello yacht uno degli status symbol più ambiti. Croazia, Slovenia, ma soprattutto Polonia: è in questi Paesi che si registra una crescita importante di interesse verso il mercato nautico, con il conseguente lo sviluppo di una nuova clientela che vede proprio nell’Alto Adriatico lo sbocco naturale per concretizzare i propri desideri. “Un’occasione da non perdere – spiega Luigi Gambelli (in alto), presidente e Ceo di Blu Yachts, brand del gruppo fanese Timone Yachts che da tempo si è focalizzato sui mercati dell’Est Europa –. Si sta creando per la prima volta un’opportunità eccezionale per la nautica italiana di valicare le frontiere dell’Est Europa in modo strutturato, sviluppando un mercato forte. Ci scelgono perché noi italiani siamo i migliori e lo sanno. Per questo va costruito un progetto innovativo e lungimirante su questa area dell’Adriatico, facendo sinergia con tutti i soggetti del settore: armatori e rivenditori, anche del versante non italiano, oltre che le realtà ricettive e le istituzioni dei vari territori".

L’idea che sta prendendo concretamente forma già da qualche tempo è di creare un Polo della nautica dell’Alto Adriatico: sono già diversi e prestigiosi i brand del settore che stanno convergendo in questo segmento di mare, che può di fatto aprire un raggio di azione in grado di toccare l’intera are mitteleuropea e balcanica. "Quando si parla di yacht – continua Gambelli – fanno base in Adriatico diverse nazionalità: austriaci, sloveni, tedeschi, croati, montenegrini, albanesi e svizzeri: da un punto di vista marittimo scelgono di stare su questa parte di Adriatico più raggiungibile di Francia e Spagna. Inoltre, la presenza capillare di molte realtà di cantieristica e refitting, in particolare distribuite sulla costa italiana, rende anche possibile offrire a questa clientela tutta quella rete di servizi e di supporto tecnico di cui può avere bisogno. È un mercato importante, che dobbiamo e vogliamo intercettare e che creerebbe un indotto non indifferente".

Non che la nautica ora se la passi male, a dire il vero: negli ultimi due anni, segnati dalla pandemia, è stata tra i pochissimi settori che ha sempre chiuso con il segno più, registrando anzi dei veri e propri boom di vendite. Ma certo non ama dormire sugli allori e non perde tempo: l’internazionalizzazione è una delle priorità che si sono dati i vertici di Confindustria Nautica e sono molti i cantieri italiani che hanno sviluppato l’export. In questo contesto un’attenzione particolare merita il fattore Polonia, tra i Paesi più interessanti grazie ad un Pil che cresce a pieno ritmo. È qui che si sta irrobustendo una classe di nuovi ricchi e potenziali acquirenti di imbarcazioni anche di standing molto alto. "Stiamo valutando la possibilità di aprire sedi nel sud della Croazia, Montenegro e Albania – spiega Gambelli –. La nostra mission è quella divalicare ulteriormente, dal punto di vista commerciale, le frontiere dell’Europa orientale un mercato per noi in espansione che vorremmo coprire aprendo altri spazi in quella direzione".