Lunedì 29 Aprile 2024

Gioia del Colle, il re è il Primitivo. Antiche tradizioni delle Murge

Il presidente della Doc, Chiaromonte: "Il sogno è una Docg con in primo piano la coltivazione ad alberello"

Gioia del Colle, il re è il Primitivo. Antiche tradizioni delle Murge

Gioia del Colle, il re è il Primitivo. Antiche tradizioni delle Murge

Le Murge pugliesi, coi loro vigneti ad alberello, come terroir d’elezione delle uve Primitivo. Neanche 1 milione di bottiglie per una denominazione (Doc Gioia del Colle) che tramanda antichi saperi e tradizioni e dove il Primitivo è il re incontrastato. Presidente della Doc Gioia del Colle è Nicola Chiaromonte, pluripremiato vigneron titolare di Tenute Chiaromonte. Istituita nel 1987, la Denominazione comprende l’intero territorio comunale di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Casamassima, Cassano Murge, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Grumo Appula, Noci, Putignano, Rutigliano, Sammichele di Bari, Sannicandro di Bari, Santeramo in Colle, Turi, e una parte di quello di Altamura, con esclusione del territorio della Doc ’Gravina’.

I vini più importanti e significativi, sia dal punto di vista storico che da quello dell’attuale sviluppo, sono senza alcun dubbio le due versioni Gioia del Colle Primitivo e Gioia del Colle Primitivo Riserva. L’areale di Gioia del Colle è da secoli legato alla coltivazione di uve Primitivo. A partire dal 1820 ci sono notizie storiche dell’inizio della coltivazione del vitigno nell’agro di Acquaviva delle Fonti. Un po’ per la qualità dei suoli e un po’ per la maggiore gradazione alcolica, il comune di Acquaviva divenne il posto dove si decidevano le quotazioni dell’uva del comprensorio. Alla fine del secolo XIX sono circa 600 gli ettari che nel solo agro di Gioia del Colle risultano essere coltivati a Primitivo. Nel 1882 si ha notizia della nascita della prima azienda viticola nell’agro di Santeramo in Colle da parte del conte Luigi Patroni Griffi de Laurentis per un’estensione complessiva di 40 ettari, la maggior parte dei quali coltivata a Primitivo.

Ed è sempre da Gioia che alla fine del secolo il vitigno si sposta a Manduria nell’ambito della dote portata dalla Contessa Sabini di Altamura a Tommaso Schiavoni Tafuri. La tradizione gioiese subisce un declino con l’arrivo dei francesi a fine 800 che cercavano uve rosse esenti da filossera per dare struttura e grado ai loro vini. Agli inizi del ‘900 nella zona di Gioia si produce soprattutto vino da Vermouth, e nei decenni successivi tanto vino da taglio, che va a rinforzare vini di altre regioni d’Italia, e da tavola. Le prime bottiglie etichettate con il nome di Gioia del Colle Primitivo sono degli anni ‘60, mentre la prima bottiglia a denominazione di origine è del 1987. Il consorzio Doc ’Gioia del Colle’ viene fondato nel 2000 e conta 90 produttori. "Lavoriamo per valorizzare sempre più l’eccellenza dei vini prodotti nel nostro territorio – spiega Chiaromonte – che sono stati scoperti dalle guide a livello nazionale e internazionale. Adesso il nostro sogno è mantenere una Doc con numeri importanti e creare una Docg con un disciplinare più restrittivo che metta in primo piano la coltivazione ad alberello, che appartiene alla nostra tradizione, in quanto ben si adatta al clima siccitoso delle Murge e che garantisce qualità eccezionale e longevità ai vini".