Roma, 29 marzo - Rivoluzione digitale nei rapporti tra imprese private e pubblica amministrazione. Da dopodomani (martedì 31 marzo) l'emissione, la trasmissione, la conservazione e l'archiviazione delle fatture emesse dalle aziende private che lavorano per le Amministrazioni pubbliche dovranno essere effettuate esclusivamente con modalità elettronica. Chi "sgarra" rischia grosso: le pubbliche amministrazioni non potranno più accettare né pagare le fatture ricevute in forma cartacea.
"La novità, comunque, non è assoluta - sottolinea la Cgia -: già dallo scorso giugno i fornitori dei ministeri, delle agenzie fiscali e degli enti previdenziali hanno l'obbligo, dopo aver eseguito l'erogazione di un bene o di un servizio, di emettere la fattura elettronica. Da martedì la trasmissione delle fatture avverrà attraverso un sistema di interscambio gestito dall'Agenzia delle Entrate al quale le imprese dovranno inviare le fatture, sarà questa struttura a inviare agli uffici delle singole amministrazioni il documento informatico".
"Stando ad alcune stime - segnala il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - le imprese fornitrici della Pa obbligate a rispettare questo nuovo adempimento sarebbero 2 milioni. A regime dovrebbero essere 50 milioni all'anno i file-fatture che i fornitori della Pa invieranno al sistema di interscambio per un valore complessivo che, secondo alcune stime, ammonterebbe a 135 miliardi di euro".
Questa nuova modalità dovrebbe anche accelerare i tempi di pagamento della Pa. Sebbene siano stati fatti degli importanti passi in avanti, la nostra Pubblica amministrazione rimane la peggiore pagatrice d'Europa. "L'anno scorso - aggiunge Bortolussi - ha pagato mediamente dopo 165 giorni, contro una media Ue di 58".
Da martedì le Amministrazioni pubbliche coinvolte saranno 21.840, ma non tutte saranno operative da subito: 450 enti non si sarebbero ancora registrati nell'Indice della Pa.
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro